Titor, band che ha avuto molto a che fare con il nostro territorio e nota per i suoi giochi di parole e per i testi rivoluzionarii si sè sciolta: l’album pubblicato lo scorso anno -L’Ultimo- lo è di nome e di fatto. Titor esce definitivamente di scena facendolo a modo suo, con quello stile e quell’originalità che avevano sempre contraddistinto ogni sua nuova uscita difatti è direttamente John Titor ad annunciare la dipartita del gruppo.
John Titor è il personaggio che ha ispirato il nome della band: il sedicente viaggiatore del tempo affermava «di essere venuto dal 2036, balzato alla ribalta delle cronache e di internet nei primi anni del nuovo millennio». L’annuncio del ritiro è apparso recentemente in un breve video pubblicato sulla pagina Facebook della band, in cui le parole del comunicato scorrono tremule su un monitor obsoleto dal sapore molto Blade Runner. L’abbiamo amata, quella band che per dieci anni ci ha deliziato le orecchie con buona musica e testi intelligenti. L’abbiamo amata per l’impressionante impatto sonoro dei live, a cui proprio non si poteva restare indifferenti, per l’indiscussa bravura tecnica dei suoi componenti, perché hanno saputo portare un po’ di hardcore nella silenziosa e dormiente Ciriè, per i testi in italiano, sempre sagaci nel raccontare la realtà del terzo millennio, graffianti e mai scontati, che hanno saputo emanciparsi sia dai clichet dell’hardcore, sia da quelli del cantautorato. Memorabile è stata la cover di Motocross di Ivan Graziani, e come ci si può dimenticare dei loro videoclip? Ricorderete certo, “Novecentonovantanove” primo fra tutti – tanto per restare ancora nei giochi di parole – ed è proprio l’ultimo, con le parole del testo che dialogano con le bellissime immagini in bianco e nero create da Sarah Bouillaud. I Titor erano ormai fra le pochissime band torinesi ancora in grado di riempire gli spazi dei loro concerti, che erano sempre un evento. Purtroppo finisce infatti un pezzo di epoca straordinaria in cui a Ciriè i giovani avevano la sensazione, se non proprio di vivere nell’ombelico del mondo, almeno di trovarsi per una volta al centro della musica e della cultura che conta. Titor quindi se ne va, ritorna al futuro, nel 2036, soddisfatto di aver dato, almeno al Canavese, dieci anni di buona musica testi significativi.
(Dal testo sul giornale in edicola di Luigi Bairo – A cura di Fabio Farag*)
17 Lug 2017
Titor “ritorna al futuro” ma la band (dopo 10 anni) si scioglie