Da stamattina Luca Incarnato, 49 anni ex dipendente Sicea che, a causa di una riorganizzazione aziendale si trova ora in mobilità e rischia di perdere il lavoro, ha concretizzato la sua minaccia. La storia (si veda l’articolo precedente: http://www.ilrisveglio-online.it/valli-di-lanzo/2016/12/12/accordi-ed-effetti-collaterali-inidoneo-alla-sicea-ma-abile-la-smat) è di quelle complicate e persino un po’ surreali: di fatto l’uomo, che prima di un grave infortunio nel 2009 faceva il letturista, era già stato spostato ad altre mansioni per la sua inabilità, poi dopo la fusione della azienda con la Smat si è rivisto inserito nella lista dei letturisti, un passaggio che come si vedrà invece di salvargli il lavoro lo condannerà alla cassa integrazione prima e alla mobilità, che scade a maggio, dopo. E dire che Luca, che ritiene di essere vittima di una grande ingiustizia, recentemente aveva incassato la solidarietà dell’Unione Montana «Alpi Graie» e del Consiglio comunale di Groscavallo, dove risiede, «ma ormai dopo tre anni di inferno non mi fido più e quindi mi incatenerò di fronte al Comune di Torino»: detto, fatto.
«Sto perdendo il lavoro per una grande ingiustizia», e si incatena davanti al Comune di Torino