Un giornale per la gente che sia veramente di tutti: è questo lo spirito con cui mi appresto a dirigere Il Risveglio firmandone il primo numero da direttore.
Innazitutto il saluto doveroso da parte della redazione a Daniele Carli, che ci ha diretto per 10 anni: sono stati intensi, per lavoro e dialettica, sempre rispettandoci, sia nei rispettivi ruoli che come persone. Per questo a lui va il nostro affettuoso augurio per il futuro. Ma futuro è anche il concept, come “fa fine” dire oggi, della svolta che questa storica testata si appresta a vivere in una nuova e per molti versi difficile fase dell’editoria in particolare e dell’economia in generale. Tra 5 anni Il Risveglio compirà 100 anni e a noi spetterà ora il compito di traghettarlo nelle sfide delle innovazioni tecnologiche e delle trasformazioni che ne conseguono e che caratterizzano la nuova era dell’informazione. Per questo implementeremo l’offerta degli abbonamenti digitali accompagnando lo sviluppo dell’informazione online, ma soprattutto innoveremo e amplieremo il giornale, armonizzando i costi in maniera più equa. Processi già avviati ma che adesso necessitano di accelerazioni. Questo sul versante delle tecnicalità, iniziative che però sarebbero irrilevanti se alla base della “svolta” non vi fosse quello spirito diverso che riteniamo possa partire da oggi per consolidare e far crescere il nostro incontestato ruolo di leader dell’informazione locale. Una grande responsabilità dunque, apprezzando che l’editore abbia scelto il “nuovo” nella continuità della redazione storica e dei suoi collaboratori. Al netto delle contrazioni economiche che investono tutto il comparto, in primis quello pubblicitario, abbiamo la fortuna, il merito e l’onere di muovere da una posizione di vantaggio. Ma le sfide di un futuro non privo di insidie ora ci chiedono di più. E ce lo chiedono anche le persone.
I paradossi vogliono che periodi di difficoltà aprano anche a opportunità. Una di queste: andare maggiormente tra la gente, proponendo un modello partecipativo all’approccio giornalistico con cui trattare gli argomenti che stanno a cuore alle persone del nostro territorio. Un approccio dal basso, contro una certa visione del giornale sì autorevole, storico, custode delle tradizioni, ma talvolta pur sempre percepito come estabilishment. Vogliamo scrivere il giornale sempre di più anche con Voi, come già avviene sul web sui social, che sono dei forum naturali. E se è vero che sempre più le linee editoriali sono dettate dalle fredde logiche di mercato, perché non farsele dettare da realtà concrete come le esigenze della gente, dell’ambiente vilipeso, dei giovani (i nostri figli) che cercano strade e identità sane e di quelli che invece si perdono? Mi sono espresso finora col “noi” perché questa avventura la condividerò come ho fatto fino all’altro giorno con i compagni di viaggio di oltre vent’anni di lavoro (dalla redazione agli uffici che la supportano) e alcuni giovani che già ci danno una grossa mano: per questo ringrazio l’editore per la fiducia riposta non solo nel sottoscritto.