(Avvertenza, la foto, come la didascalia precisa, si riferisce ad una candid camera effettuata da un laboratorio teatrale del D’Oria a Ciriè nel 2007 (si trattatava infatti di studenti attori, coordinati da docenti bravi e preparati, che con quel mezzo, per una volta non privo di una intelligente applicazione sociologica, affrontarono per primi pubblicamente il bullismo). Consapevoli della forza dell’immagine e di quel che evoca, così come fu quando la pubblicammo la prima volta, ma a nostro avviso si tratta di un argomento, oltreché un fenomeno, “forte”. E peraltro sono forti le stesse immagini (benché pixellate) didascaliche su violenza o altro su minori e donne, che altre volte usiamo sui giornali a corredo di queste, purtroppo, sempre più frequenti cronache.)
Angherie e vessazioni, fisiche e psicologiche continue prima, poi le botte, fino a mandarlo all’ospedale con una costola rotta: il protagonista di quest’ennesima storia di bullismo è un ragazzino di 12 anni che fino a pochi mesi fa frequentava le medie a Ciriè. Dopo l’ultimo, grave episodio, cui sono seguiti gli esposti alla procura dei minori da parte dei genitori, ora ha cambiato scuola, è seguito da uno psicologo ed è stato accolto da un’altra classe in un paese vicino. Quando il piccolo è stato ricevuto dalla nuova dirigente, con la quale si è subito aperto, raccontandole quanto aveva sofferto, i genitori rammentano che entrambi sono scoppiati a piangere, rimenendo abbracciati per lunghi minuti. Per tutto questo ora c’è anche la Procura di Ivrea e quella dei minori di Torino ad indagare su quello che ad oggi, tecnicamente, al momento, rimane un presunto caso di bullismo, ma purtroppo per nulla improbabile, referti medici a parte.
Testimonianze su altri, sebbene meno gravi episodi nei confronti di ragazzini di quell’età che frequentano le scuole della città, purtroppo non mancano: soprattutto se questi ragazzi vengono percepiti come in qualche modo diversi. In questo caso la vittima sarebbe stata picchiata e presa in giro dai compagni per la sua corporatura abbondante e per il modo inusuale di camminare: ma ci sono stati casi dove la vittima di turno viene presa di mira con epiteti omofobi, oppure con la solita veicolazione di video offensivi tramite internet. Ne è a riprova il fatto che negli ultimi anni i dirigenti scolastici hanno affrontato il tema del bullismo anche affidandosi a diversi incontri con le forze dell’ordine e ad incontri specifici sul tema, cercando di coinvolgere i genitori. Evidentemente non è bastato, ed evidentemente, sebbene si tratti di una minoranza di allievi per così dire con un eufemismo oltre le righe, il fenomeno del bullismo esiste anche in città e occorrerà metterci mano.
Ora, a fare scattare le inchieste sono stati gli esposti presentati dagli avvocati Stefano Macaluso e Alessandro Perrotta, legali della famiglia dello studente. I presunti episodi subiti dal 12enne si riferiscono al periodo tra settembre e febbraio, mentre sull’ultimo episodio, quello del pestaggio, che sarebbe avvenuto il 2 febbraio, indagano i carabinieri. La procura di Ivrea indaga invece su eventuali mancanze dell’istituto scolastico, quella dei minori di Torino sulle presunte responsabilità dei compagni di classe del ragazzino.
(Il servizio completo e le reazioni sul numero in edicola giovedì 21 aprile)