CAFASSE — «All’inizio ero convinto di lottare per salvare gli alberi della gomma, poi sapevo di cercare di salvare la foresta amazzonica. Ora ho capito che con le mie azioni sto cercando di salvare l’umanità».
Quando si parla di alberi, non si può esimersi dal citare Cicho Mendes, il sindacalista brasiliano che immolò la propria vita per la difesa delle piante e in particolare di quelle della foresta amazzonica che cercava di difendere, insieme alle popolazioni indigene, dalle speculazioni di lobby e multinazionali.
Certamente non siamo ai livelli dell’Amazzonia, e non è questo il caso di specie, visto che investe un intervento programmato del Comune, ma Cafasse nei giorni scorsi è stata colta da un brivido da “allarme ambientalista” quando le mamme recatesi ad aspettare i propri bimbi all’uscita delle scuole elementari si sono trovate davanti gli enormi platani del cortile che erano stati appena abbattuti, per «motivi di sicurezza».
Una visione desolante, certo, dalla quale ne è nata una polemica soprattutto tra coloro che non conoscevano i motivi della decisione delle autorità; proteste con toni anche pesanti sono riecheggiate sui social network nei giorni scorsi, con aspre critiche all’indirizzo dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Sorrisio. Quest’ultimo, anche a svelare l’arcano del presunto “raptus”disboscante, ha lasciato la palla all’assessore competente affinché la popolazione venisse a conoscenza dei reali motivi dell’abbattimento delle piante. (r.v.)
(Il servizio completo sul giornale in edicola domani, giovedì 22 ottobre)