«Dorotea voleva uccidere. Aveva l’odio. Arrivava a casa la sera e continuava a dirmi che era stanca, che quelle persone le facevano male. Io volevo fare una rapina ma senza fare male a nessuno. Ho agito perché sopraffatto da lei». Giorgio Palmieri, l’autore materiale della strage di Caselle, in cui uccise tre persone a coltellate nel gennaio 2014, ha confermato la sua versione dei fatti nel processo che vede imputata la moglie Dorotea De Pippo, ex colf delle vittime, per avere ideato il triplice delitto.
Per la prima volta, però, ha anche parlato la figlia Giorgia Palmieri. «Ho sempre avuto paura del confronto con mio padre perché aveva un carattere forte. Mi ricordo che, quando ero una bambina, mamma e papà andavano d’accordo. Poi hanno cominciato a bisticciare sempre. Lei si lamentava che lui non lavorava e lui la insultava». Ancora: «È vero, non sono mai andato a trovarlo in carcere, perché mi dicevo che ero una fallita – non nasconde la figlia – andrò ora che ho preso la maturità e la patente, i miei primi due traguardi raggiunti».
Il killer della strage di Caselle accusa la moglie: «Dora voleva uccidere»