Si è conclusa positivamente l’odissea degli oltre 250 lavoratori rimasti in Ims, azienda
produttrice tra l’altro di componenti per la Maserati e per Iveco che da dicembre, con gli scioperi negli stabilimenti di Druento e Sparone, avevano fatto emergere
la grave situazione finanziaria della società e il conseguente rischio occupazionale.
Le pressioni dei lavoratori e del sindacato avevano accelerato la spinta su Ims a
trovare soluzioni di continuità occupazionale. Inizialmente il problema riguardava circa 350 lavoratori, e per 75 lavoratori provenienti da un ramo che Ims aveva in affitto dalla Itl di Leini, c’è stata a fine marzo una restituzione del ramo per un passaggio ad altra società, la Oma.
Quindi rimanevano in bilico i 250 lavoratori di Ims degli stabilimenti di Druento e
Sparone. La ricerca di un partner per l’operazione ha fatto arrivare al tavolo delle trattative da
gennaio la Mtd (società del gruppo Tiberina, azienda Umbra con oltre 1.600 dipendenti
in vari stabilimenti in Italia e all’estero, riconosciuta come tra i migliori fornitori Fca,
e già presente in Provincia di Torino per l’acquisizione precedente di altra società) .
A tal fine è stato individuato dalle aziende un percorso di affitto triennale delle attività
di Druento e Sparone, con proposta, al termine, di acquisto. Ma era necessario arrivare ad un accordo sindacale per avere la disponibilità di Mtd a portare avanti le attività lavorative. Disponibilità condizionata a non caricarsi di nessun debito di Ims, tra cui anche quelli verso i lavoratori, ai quali è stato richiesto una liberatoria in tal senso, ovvero di richiedere solo a Ims ogni arretrato retributivo. «Siamo davvero molto soddisfatti per l’esito positivo di questa trattativa», commenta Vito Bianchino, segretario canavesano della Fim Cisl.
Druento, evitato il fallimento della Ims: salvi 250 lavoratori