Non è ancora risolto del tutto il giallo sulla tragica vicenda di Marina Corradino, la commessa dell’Auchan di Venaria uccisa a colpi di pistola nell’aprile del 2011 davanti all’ipermercato, per mano del suo ex compagno Abdelilah Intaj, ex guardia giurata del centro commerciale. Un nuovo processo, che è entrato nel vivo ieri in tribunale a Torino con l’esame della principale imputata, sta facendo luce su alcuni aspetti oscuri correlati all’omicidio. Sulla colpevolezza di Intaj non ci sono dubbi. Egli stesso aveva confessato ai carabinieri di avere ammazzato la donna. Non riusciva ad accettare il fatto che lei lo avesse lasciato. Condannato all’ergastolo sia in primo che in secondo grado, l’uomo attende ora, come ordinato dalla Cassazione, che si celebri un altro procedimento per la rideterminazione della pena. Le circostanze che non sono chiare riguardano due punti: come si procurò Intaj la pistola con cui uccise? E ancora, ha ammazzato Marina da solo? Era davvero l’unico a volere la morte della vittima?
Secondo il pm Manuela Pedrotta Intaj non è l’unico responsabile del delitto.Per questo il magistrato ha chiesto e ottenuto, anche dopo il rinvio a giudizio dell’uomo, un nuovo processo, che si svolge in Corte d’Assise, che ha due imputati. Sono Luigi Celli, difeso dall’avvocato Cristiano Michela, accusato di avere fornito la pistola con cui Intaj sparò otto colpi contro la vittima, sorprendendola , nascosto in un cespuglio, mentre lei usciva dal lavoro. La seconda, e principale imputata, è la venariese Alessandra Barbi Cinti, la donna che, prima e durante il delitto, era fidanzata con Intaj.
(Il servizio completo nel giornale ine dicola domani, giovedì 11 luglio)
Risvolto passionale per il delitto dell’Auchan