Una lavanderia luogo glamour e divertente esiste solo nelle fantasie, anche di successo per carità, dei pubblicitari: chi non ricorda Nick Kamen, meteora del pop e dell’entourage di Madonna negli anni ‘80, quando si sfilava, sciogliendo il cuore delle teenager, i suoi Levis, per metterli a lavare? Appunto era fiction, uno spot-tv; non a Ciriè, trent’anni dopo, verrebbe da dire. Una lavanderia a gettoni è stata negli ultimi mesi il luogo dove molti adolescenti della città hanno scelto (?) di passare le proprie serate: o meglio ne sono stati costretti, per trovare riparo in quei locali, soprattutto nei mesi più freddi; anche la vicina stazione ferroviaria la sera, come si sa, è chiusa.
Così, quando, quasi esaurita la paghetta nel vicino “kebabbaro” o in pizzeria, e non potendo occuparli “all night long”, per tirare avanti la serata, ci si rifugia in qualsiasi anfratto che possa ospitare la voglia di stare insieme dei ragazzi e, se possibile, consumare bene quel tempo. Ma bene come? Cinema? Teatro? Ballando? Suonando, per chi cova “sogni di Rock and Roll nelle “latitanti” sale prove del territorio? Beh certo… “Fortuna” vuole però che proprio affianco alla lavanderia vi fosse un altro esercizio di quelli “free”, quindi accessibile a qualsiasi ora, che eroga snack e bibite accontentandosi di poche monetine (spesso scambiate nei locali vicini che i più giovani non possono permettersi); una “manna” per quei ragazzi (direi la maggioranza) che, a maggior ragione di questi tempi, con i genitori magari in cassa o senza lavoro, non possono permettersi gite fuori porta e men che meno una macchina che li porti alla ricerca di posti che soddisfino le loro, in fondo, piccole esigenze. E magari tra questi ragazzi a rischio alienazione, facendo tutti i debiti distinguo del caso, c’è stato anche Elvis Elezi, lo studente del D’Oria presunto affiliato all’Isis che prima di essere arrestato abitava con papà, mamma e sorella, proprio nel palazzo sopra la suddetta lavanderia.
La mancanza di spazi adeguati per questa gioventù senza grosse risorse, da alcuni anni è ormai un fatto assodato anche a Ciriè. Una città, ma anche un territorio, che nel frattempo ha perso anche quel centro, il Taurus, nato per svolgere la funzione di coagulare, coltivandoli, sotto l’egida pubblica e con tutto quel che ne consegue a livello d’inclusività sociale, pulsioni ed interessi positivi quali sono la cultura, la musica, l’intrattenimento di qualità senza essere soprattutto un consumatore a quella età, con annesse funzioni di prevenzione dello stesso disagio sociale.
L’Amministrazione comunale, dopo i fatti economici che ne hanno determinato la chiusura nel 2011, non ha però rinunciato al rilancio della struttura ed ha annunciato (si veda altro articolo a pagina 3 del giornale in edicola) un bando per la sua gestione. Certo non sarà solo un centro per giovani a risolvere il complesso quadro delle difficoltà che attanaglia le loro vite, ma sarebbe un passo avanti, perlomeno per dimostrare loro, ancor prima di una prospettiva diversa, interesse. E considerazione. Prima che altri cattivi maestri (di qualsiasi tipo) lo facciano per prima.
Le serate nella lavanderia a gettone dei ragazzi “post Taurus”