Una microcamera, poco più grande della capocchia di un chiodo. Immagini riservate, delle quali si sa, per ora, soltanto che sono state girate anche all’interno di una camera da letto e di una cucina. E’giallo al processo Rimborsopoli, sulla posizione di Roberto Tentoni, ex consigliere regionale del Pdl, politico conosciuto nel Canavese. Il colpo di scena è avvenuto ieri, nella maxi aula del Palagiustizia di Torino dove si celebrano le udienze del dibattimento a carico di molti ex consiglieri della giunta Cota, accusati di aver usato i soldi della Regione per scopi personali. Il pm Giancarlo Avenati Bassi, parlando delle spese contestate a Tentoni, per un totale di circa 20mila euro, ha rivelato alcuni dettagli che potrebbero non solo peggiorare la posizione del politico, ma anche svelare aspetti della propria vita personale solitamente coperti dalla privacy. Tra gli scontrini finiti sotto accusa, perché dimostrerebbero spese fatte non a favore dell’ente pubblico, c’è quello di una microcamera che Tentoni aveva acquistato alcuni anni fa, costata circa duemila euro. Non si tratta, come si presupponeva inizialmente, di una classica telecamera da installare all’esterno di un edificio, affiancata ad un antifurto. Ma si tratta di un apparecchio elettronico più sofisticato, piccolo quanto una “cimice”, costruito per esser nascosto. Il pm Avenati Bassi, nei giorni scorsi, aveva interrogato il commerciante a cui Tentoni si era rivolto per acquistare l’oggetto.
(Il servizio completo sul giornale in edicola domani, giovedì 2 aprile)
Spese pazze in Regione, spunta la telecamera segreta in camera da letto che Roberto Tentoni avrebbe acquistato con denaro pubblico