L’Associazione FlyTorino si inserisce nel dibattito in corso in questi giorni in merito al Piano Aeroporti del Ministro dei Trasporti Lupi, che verrà presentato nella sua stesura definitiva entro fine Febbraio 2015. Relativamente all’inserimento di Caselle nella rosa degli aeroporti “strategici” del piano di Lupi, la nostra associazione ribadisce la posizione già espressa in passato: Caselle deve guadagnarsi sul campo l’appellativo di “strategico”, implementando una serie di collegamenti nazionali ed europei all’altezza delle ambizioni della città di Torino e di tutto il Piemonte. Non abbiamo mai ritenuto una priorità per Caselle l’implementazione di voli diretti intercontinentali, funzione per cui il piano di Lupi ha individuato altri scali del Nord Italia, riteniamo però irrinunciabile che Caselle continui ad investire per attirare nuovi vettori europei ed aumentare la connettività internazionale di Torino, per favorire l’incoming di turisti stranieri e agevolare la mobilità dei cittadini e delle imprese del Piemonte. In merito quindi all’ipotesi di integrazione con Malpensa, chiediamo che i nostri amministratori chiedano garanzie precise all’azionista F2i in merito al piano di sviluppo di Caselle (che purtroppo nel 2014 si è confermato il quattordicesimo scalo italiano per traffico), che preveda il potenziamento dei collegamenti con gli hub europei ed una maggiore presenza di voli low cost: non si può accettare che l’aeroporto di Torino si trasformi in una sorta di “check in remoto” degli scali lombardi, che svilirebbe completamente la funzione dell’aeroporto di Caselle. Torino non può rinunciare ad un’infrastruttura fondamentale come l’aeroporto, che garantisce connettività internazionale ed occupazione diretta sul territorio.
In questi giorni è circolata nuovamente l’ipotesi di integrazione anche tra Caselle e lo scalo di Levaldigi: la nostra associazione ribadisce la contrarietà a questa ipotesi, che equivarrebbe a scaricare su Caselle le perdite operative di Levaldigi (superiori al milione di euro ogni anno), sottraendo quindi preziose risorse per lo sviluppo di nuove rotte a Caselle. La strada per il salvataggio di Levaldigi deve essere quella tracciata dal governatore Chiamparino, ovvero la ricerca di un partner privato che sia disposto ad investire sulla struttura. Ad oggi non ci risulta che Sagat ed F2i abbiano partecipato alle ultime due gare, bandite nel corso del 2014, per entrare nell’azionariato di Levaldigi.