La ragazzina cui due nomadi hanno cercato di prendere il cellulare, il giubbotto e lo zainetto. E che in un’altra occasione era stata minacciata e inseguita. La signora che ragazzina non è, ma che è stata derisa e presa di mira. L’autista che ha cercato di far ripristinare la legalità, ma che poi ha dovuto richiedere l’intervento delle forze dell’ordine per evitare serie conseguenze. Il signore bersagliato con lo yogurt. Il ragazzo che se l’è cavata perché, essendo grande e grosso, è riuscito a darle prima che a prenderle. Diversi genitori si sono ritrovati nell’ufficio del sindaco, Claudio Gambino, nel pomeriggio di giovedì 23, per chiedere sicurezza sulla linea 69. Quella sicurezza che, ormai da anni, è un lontano ricordo, e che è tornata agli onori delle cronache per gli episodi di lunedì scorso, con una tredicenne presa di mira da due nomadi e “salvata” grazie all’intervento della sorella sedicenne.
«Non ci possono essere zone franche, dove la legge non viene rispettata – ha ribadito il primo cittadino – È un problema che deve essere risolto, anche perché questa situazione rischia ogni giorno di più di degenerare. Per questo abbiamo interessato, e continueremo a farlo, la prefettura, la Gtt, il Comune di Torino». L’incontro con il Prefetto è fissato per il prossimo 11 novembre: una data sin troppo lontana data l’urgenza e la serietà del problema, e che ha fatto storcere il naso a più di un’amministratore. «Fino a quella data non staremo con le mani in mano e continueremo a cercare di coinvolgere gli altri enti per cercare di risolvere il problema».
Tra le soluzioni proposte, lo spostamento del capolinea torinese in una zona più frequentata, la creazione di una doppia linea (una solo per Borgaro, l’altra solo per Torino), o anche un servizio di vigilanza provata sulle corse maggiormente frequentate dagli studenti.
Tutti dal sindaco a chiedere più sicurezza sul bus 69