Era impegnato a cercare funghi nei boschi di Giaveno quando è stato colpito da nove «pallini» da caccia che l’hanno ferito al torace, ad una spalla e al naso. Se l’è vista davvero brutta Francesco G., 52 anni, di Venaria. Per fortuna le piccole sfere di piombo non hanno centrato l’uomo negli occhi e non hanno leso degli organi vitali, altrimenti sarebbe stata tutta un’altra storia. A sparare, quasi sicuramente, è stato un cacciatore impegnato in una battuta alla selvaggina «da piuma», vista la caratteristica dei pallini. Ora l’uomo è già ritornato nel suo appartamento di via Barbi Cinti, a Venaria, dopo essere stato medicato al pronto soccorso del Mauriziano di Torino. E di raccontare quello che è successo nei boschi intorno a Giaveno, non ne ha nessuna voglia. Intanto i carabinieri della Compagnia di Rivoli stanno cercando di risalire al cacciatore che ha fatto fuoco e potrebbe anche non essersi accorto di aver ferito il boulajeur. Gli investigatori, però, potrebbero interrogare di nuovo il 52enne della Reale per cercare di ricostruire esattamente l’accaduto, che lascia ancora qualche punto da chiarire. L’incidente è avvenuto poco dopo le 16 di sabato pomeriggio. Francesco G. sta girando tranquillamente tra i faggi e le betulle di un’area boschiva quando, improvvisamente, viene investito da una rosa di pallini di piombo che, molto probabilmente, sono stati sparati da qualche centinaio di metri di distanza. L’uomo, però, non chiama il 118. Nonostante sia ferito e debba sopportare il dolore sempre più forte, causato dalle abrasioni, decide di salire a bordo della propria macchina e di guidare fino al pronto soccorso del Mauriziano di Torino dove i medici e gli infermieri gli medicano le escoriazioni superficiali. E poi lo dimettono, qualche ora più tardi, con una prognosi di qualche giorno. Quello occorso al cercatore di funghi di Venaria è solo l’ultimo infortunio, in ordine di tempo, legato al mondo venatorio. Nell’ultimo mese e mezzo, in Italia, sono morte ben sette doppiette per quelli che vengono catalogati come «incidenti di caccia». Risalire a chi ha premuto il grilletto del fucile, però, sarà tutt’altro che facile. Dieci anni fa, nelle campagne tra Ciriè e Robassomero, venne ritrovata morta Joy Isoken, lucciola nigeriana di 25 anni. Qualcuno le aveva sparato nello stomaco, con un fucile da caccia calibro 12. Partì una maxi indagine, che portò a perquisizioni mirate nelle case dei cacciatori di tutto il Ciriacese e al sequestro di circa un migliaio di fucili. Le armi vennero sottoposte a delle interminabili perizie balistiche. Il colpevole non è mai stato scoperto.
Venariese “impallinato” mentre cerca funghi