Passerà qualche guaio Alex Giarrizzo, l’operaio 31enne di Borgaro che, domenica pomeriggio, si è inventato il tentato sequestro del figlio di due anni e mezzo. Oggi, il dottor Giuseppe Ferrando, procuratore capo di Ivrea, insieme al capitano dei carabinieri della Compagnia di Venaria, Roberto Capriolo, hanno ripercorso la vicenda che ha portato il giovane padre ad essere accusato di procurato allarme, abbandono di minore, simulazione di reato e calunnia. Gli investigatori hanno spiegato la svolta nelle indagini, che è arrivata nel pomeriggio di ieri, dopo che i militari del nucleo operativo, sotto il comando del luogotenente Diego Mannarelli, hanno terminato di visionare tutti i filmati girati dalle telecamere sistemate proprio nella zona del finto rapimento, via Santa Cristina, via Costituente, via Gramsci, via Roma e altre arterie. Alcune di queste hanno ripreso nitidamente tutta la giornata di fiera. Dell’inseguimento, della scazzottata, e di quella Renault 19 grigia (che gli agenti della Questura aveva anche cercato nell’accampamento di Strada Aeroporto), però, nessuna traccia. Non c’era un fotogramma che supportasse il concitato racconto di Giarrizzo. I militari, in ore e ore di sequenze filmate, hanno visto solo gente tranquilla che girava tra le bancarelle. Quando gli investigatori, coordinati dal pm Giuseppe Drammis della procura di Ivrea, lo hanno messo davanti alle prove concrete, Giarrizzo è crollato: «È vero, mi sono inventato tutto, ma non pensavo di scatenare tutto questo pandemonio». E così è svanito anche lo spauracchio degli zingari che rubano i bambini.
Il finto sequestro del bimbo scoperto grazie a carabinieri e telecamere