In un altro Paese una persona come Pierangelo Calvo, e un’associazione come “Gli amici del passato”, sarebbero coccolati e vezzeggiati da qualunque Governo. Ma siamo in Italia, e le cose funzionano diversamente. E quindi Calvo e i suoi soci (Marino Bresso, Bruno Somà, Gianni Bollito e Carlo Nepote) inseguono da soli, senza troppo clamore, la loro passione: la ricerca storica. Una ricerca che, nel corso degli anni, ha fatto di questo gruppo, e del suo archivio, una delle sette meraviglie nel mondo dei ricercatori.
Perché passi per le oltre tremila cartoline, tutte originali, legate a casa Savoia, passino le circa 600 fotografie antiche che immortalano la Volpiano di una volta. Passino anche le migliaia di documenti che ripercorrono la storia militare, sociale ed economica del Piemonte degli ultimi secoli. Passi pure tutto questo. Ma ci sono dei pezzi, in quegli archivi, che farebbero la gioia di qualunque appassionato di storia: dalle lettere autografe di Giuseppe Garibaldi a quelle, ancora inedite, vergate da Giosuè Carducci, alla minuta, scritta a matita dal generale Badoglio, del telegramma con il quale si annunciava la conquista di Addis Abeba.
«Una passione, questa, che ha origini lontane – spiega Calvo – Da quanto un mio antenato, nel lontano 1908, aveva ottenuto un riconoscimento all’esposizione di Londra. Riconoscimento poi bissato da un brevetto della regina Margherita, grazie al quale aveva l’autorizzazione di apporre lo stemma reale sull’insegna della propria attività. Il problema era che non aveva neppure i soldi per permettersi di comprare un’insegna. Per cui ha iniziato a raccogliere cartoline di casa Savoia. Un patrimonio che mi è arrivato intatto, generazione dopo generazione, e che abbiamo pensato bene di implementare, fino ad arrivare alla raccolta di oggi».
(Il servizio completo sul giornale in edicola, domani, giovedì 28 agosto)