Doveva essere un processo sulla liceità della satira impietosa con cui un gruppo rock, i Fucktotum, aveva fatto satira sui vigili urbani; tecnicamente si è rivelato soprattutto un procedimento incentrato sull’ambiguità delle norme, ad oggi farruginose, che configurano il reato di diffamazione su internet. Oggi, a due anni dallo scoppio del caso, giunge la sentenza: «assolti per non avere commesso il fatto». Conclusione cui era giunto anche il pm nella sua richiesta al giudice. (Il video dalla band a processo) https://www.youtube.com/edit?o=U&video_id=XFP0UIfG10I
La vicenda era quella che vedeva il sindacato nazionale vigili urbani contrapposto alla band per via di una canzone, “Vigili Urbani” appunto, ritenuta diffamatoria, attraverso un videoclip postato su youtube. Dopo la denuncia dei civich, il leader della band (difesa dai legali dello studio Chicco), il fumettista di Altan Mauro Gariglio, subì una perquisizione in casa e il sequestro, oltreché della pagine del sito, del cd “Celebrolooser”, del 2007, che conteneva il brano: un provvedimento da molti ritenuto eccessivo, che scatenò la protesta dei numerosi fan della band, una formazione ormai cult nel Norditalia, con molti lp alle spalle e attiva da 23 anni, in nome della censura a quella che sarebbe stata solo satira: scomoda, irriverente, dissacrante, turpiloquiante, ma pur sempre solo satira.
Fallito un tentativo di conciliazione, di fatto a causa di uno sciopero degli avvocati lo scorso anno, le due parti si sono riviste oggi in tribunale a Torino. Il dibattimento, sul quale lo stesso giudice ha parlato di indagini controverse, («Esagerate tanto da configurare l’abuso d’ufficio – avviate quando ancora non c’era la stessa querela» secondo la difesa) ha evidenziato che il post della canzone su Youtube non è stato inserito dai componenti della band: nello specifico è emerso che l’amministratore del sito della band, lo stesso Gariglio, lasciasse libertà di agire ai fan sui contenuti della pagina. Da qui, già da parte dei vigili urbani, il tentativo in sede di indagini di risalire, invano, attraverso una rogatoria internazionale a Google, all’autore del “misfatto” su Youtube: che poi altro non era che un video con musica e versi dei Fucktotum che mostrava immagini di agenti intenti a fare multe e, in un solo frame, un secchiello pieno di escrementi.
Eppure ci sono voluti due anni per l’epilogo di una vicenda che forse non sarebbe dovuta nemmeno finire in tribunale. E a nulla erano valse, per evitare che ciò accadesse quando ancora possibile, le comparazioni con casi illustri di satira come quella degli Skiantos del compianto Freak Antoni, cui la band si è sempre ispirata.
(Maggiori dettagli nel giornale in edicola giovedì 8 maggio)
Antonello Micali e Angela Pastore