Una sola arma usata. Ferite dello stesso tipo. Due elementi, che, uniti ad altri, portano a una sola conclusione: è stata una sola mano ad uccidere. È quanto e’ emerso dai risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale Fabrizio Bison e depositata nei giorni scorsi in procura sui cadaveri di Claudio Allione, della moglie Maria Angela Greggio e della suocera Emilia Campo Dall’Orto, uccisi nella villetta in cui vivevano a Caselle la sera del tre gennaio 2014.
La famiglia, conferma l’esame arrivato sulle scrivanie dei pm Roberto Sparagna e Fabio Scevola della procura di Torino, è stata sterminata con un coltello a serramanico della lunghezza di trenta centimetri. Coltellate simili tra loro, di dimensioni e fattezze quasi uguali, inferte con un’unico modus operandi. Per i tre delitti l’8 gennaio era stato stato fermato dai carabinieri Giorgio Palmieri (nella foto), pregiudicato torinese di 56 anni, ex convivente di Dorotea De Pippo, la della ex domestica della famiglia, licenziata perché accusata di aver rubato una collanina. Palmieri aveva confessato il triplice omicidio, dichiarando di aver agito su ordine della De Pippo, che era stata arrestata pochi giorni dopo il compagno.
L’esame autoptico conferma quindi la versione dei fatti descritta da entrambi gli indagati. Palmieri avrebbe usato il coltello, la De Pippo, anche se resta comunque implicata nella vicenda con la stessa ipotesi di reato: omicidio volontario premeditato. L’esecuzione materiale dei delitti, si legge nelle carte dell’autopsia, e’ avvenuta per mano di una sola persona, che ha inferto i fendenti con la stessa foga: sei coltellate su Allione, il primo a essere ammazzato al primo piano della villa. Uno sulla Greggio, la seconda a morire, dopo essere accorsa in soccorso del marito che gridava. E quattro sull’anziana nonna, colpita al collo, al torace e poi da dietro, con due colpi sulla schiena. Nei prossimi giorni sono attesi i risultati dei Ris di Parma. Sono referti molto attesi, che potrebbero rìvelare elementi nuovi e importanti. I carabinieri della scientifica hanno analizzato le tracce ematiche e biologiche presenti su vestiti e oggetti trovati sia nella villa dei delitti, che nella casa dove abitavano la De Pippo, difesa dall’avvocato Giulio Calosso, e da Palmieri, difeso dai legali Anna Fusari e Agostino Ferramosca. Se comparissero, su questi oggetti, anche le tracce della De Pippo, oltre che quelle di Palmieri, la posizione della donna, che finora si e’ professata innocente, potrebbe aggravarsi.
Un solo killer per gli Allione