Il mio percorso con Cornelio Valetto comincia tanti anni fa quando da ragazzino frequentavo le riunioni del centro politico Alcide de Gasperi, mia mamma era la segretaria del Centro, la “signora Gabriella” come la chiamava Valetto e mi aveva presentato al Dottore quando avevo poco più di 16 anni. Come direbbe don Luigi Ciotti, il Signore ha curvato le nostre strade per farci incontrare o meglio, perché io potessi scoprire e conoscere Valetto. Cercava un assistente per imparare ad usare il computer, era il 2008 e aveva 88 anni ma la grinta e la voglia di scoprire e di apprendere di un fanciullo! Avevo studiato lettere come il Dottore e pur non essendo un informatico di professione, ma dilettante, iniziò la mia collaborazione con lui. Ci siamo piaciuti subito, o meglio gli sono piaciuto subito e dal giorno in cui cominciammo a mettere la mani sul computer non l’ho più lasciato sino a Domenica scorsa quando il Signore, proprio nel giorno di Pasqua lo ha richiamato a sè.
Da consulente occasionale per i suoi desideri di apprendimento informatico sono diventato il suo segretario personale condividendo con lui sei anni densi di contatti e di impegni che spaziavano dal volontariato, alla politica, al mondo partigiano e al mantenimento costante dell’infinita rete di contatti accumulati in anni di impresa e di vita sociale.
Ci sarebbero troppe cose da scrivere e riportare sul dottor Valetto, mi limito solo a ricordare quando nel 2009 a novant’anni compiuti, da mattina a sera, scendemmo a Roma per una importante manifestazione del Partito Democratico, e solo ritornati a Torino in tarda serata mi disse di sentirsi un “po’ stanco”. Questo era Cornelio Valetto: forza vitale e passione al servizio del bene comune e alla crescita personale di ogni individuo. Mi mancheranno le sue chiamate e i suoi messaggi in segreteria telefonica, mi mancherà il suo sorriso sornione, mi mancherà la sua passione per la vita, mi mancherà moltissimo! Se chiudo gli occhi riesco però a vederlo in Paradiso insieme al suo grande amico, il presidente Scalfaro, ai suoi compagni di brigata partigiana e ai moltissimi che lo hanno seguito e voluto bene e questo, mi fa sentire un po’ meno triste.
Cornelio Valetto, un ricordo da molto vicino