“La vicenda di Nevio Coral, ex sindaco di Leinì, e dei suoi cantieri edili, è “esemplificativa.. .espressione dell progressiva evoluzione del fenomeno mafioso che, pur mutando le modalità delle condotte, non ne fa venir meno l’offensività”, tra le oltre 500 pagine delle sentenze per il processo Minotauro questa ne è uno stralcio esaustivo, e non solo per quel che attiene la condanna all’ex sindaco leinicese.
I giudici nel dispositivo focalizzano “gli evidenti interessi di Coral a trattare con un certo “mondo di calabresi” in grado di gestire e dirottare consistenti pacchetti di voti”, e che sarebbe “resa palese la consapevolezza dell’imputato circa la loro appartenenza ad una comune matrice mafiosa”.
C’è poi anche un intero un paragrafo dedicato alla cena che si tenne al ristorante Verdina di Volpiano pochi giorni prima delle elezioni del 2009, con il figlio di Coral, Ivano, candidato alle provinciali. Intercettato dai carabinieri attraverso una cimice posta in una carrozzina per bimbi, Coral brindava con un gruppo di malavitosi calabresi, promettendo loro una serie di lavori nei cantieri.
“Appare evidente – scrive il giudice Paola Trovati – come, nel corso di questa cena, Coral Nevio stringesse un accordo con i presenti, i cui termini possono riassumersi nel richiedere voti a favore del figlio Ivano promettendo in cambio favori, consistenti
nell’affidamento di appalti privati e pubblici. Quanto a questi ultimi, significativo che Coral trattasse non solo facendo riferimento alla sua posizione presso il Comune di Leinì ed ai rapporti privilegiati con vari sindaci, ma anche a quanto potrà fare Ivano sia sfruttando il suo ruolo di sindaco, sia quello futuro presso la Provincia, di cui già viene indicato come ‘assessore”.
Una delle tante dimostrazioni, per i giudici, di come vi fosse “oggettivamente una infiltrazione corposa e costante di imprese mafiose nello svolgimento dei lavori facenti capo a Coral Nevio”.
Il giudice Paola Trovati, nello scrivere la sentenza, si sofferma anche sul legame tra Coral e Giovanni Iaria, oggi defunto, uno dei boss della locale di Cuorgné.
“A fronte di queste risultanze – specificano i giudici – dalle quali si desumono i rapporti tra società pubbliche e private comunque riferibili alla gestione di Coral Nevio ed esponenti della ‘Ndrangheta, le conversazioni telefoniche ed ambientali danno conferma di come sull’affidamento dei lavori da parte di Coral, per il tramite della Edilmaco, la consorteria facesse affidamento e si attivasse per regolarne la spartizione”.