Per quanti ancora avessero dei dubbi sull’esistenza e sugli effetti del riscaldamento climatico globale, è utile la consultazione dell’ultimo numero di “Nimbus”, rivista della Società Meteorologica Italiana. Al suo interno infatti, molto spazio è dedicato ai risultati del progetto “Glariskalp”, realizzato dalla fondazione Montagna Sicura in collaborazione con il CNR-IRPI di Torino e l’Universitè de Savoie di Chambery. I temi trattati, evidenziano come la deglaciazione in atto esponga le Alpi all’acuirsi di cambiamenti e dei conseguenti rischi che ne derivano. Non sfuggono ovviamente a questi problemi i ghiacciai delle Valli di Lanzo (nella foto, la Ciamarella e il suo ghiacchiaio in una cartolina d’epoca), che nel corso dell’ultimo secolo hanno visto una forte contrazione frontale e un’importante ablazione dello spessore. Come evidenziano i ricercatori nel loro studio, tra i ghiacciai del settore centro-meridionale del Piemonte, «si è avuta una contrazione drastica dell’areale glacializzato nel periodo che intercorre tra la fine della Piccola Era Glaciale (1850 circa) ed il 2006, passando dai 48,46 km² ai 10,86 dei nostri giorni, con una riduzione percentuale del 77,6%».
(L’articolo completo nel giornale in edicola giovedì 16 gennaio)