Da aspirante pentito ad una nuova accusa, stavolta per estorsione: Nicodemo Ciccia, 42 anni ((esponente del Locale ‘Ndrangheta di Cuorgnè e uomo di fiducia di Giovanni e Bruno Iaria, coinvolto nell’inchiesta Minotauro) è stato arrestato con quattro complici per estorsione, rapina e danneggiamento ai danni di un imprenditore canavesano, che era dunque ricorso all’intervento dei carabinnieri di Ivrea.
L’imporenditore si è rivolto ai militari dopo essere stato rapinato in casa di 3mila euro; poi Ciccia e compagni gli hanno chiesto 200mila euro da consegnare in Liguria, dove l’imprenditore non si è presentato. A tutto questo sono seguite minacce, intimidazioni e alcuni attentati incendiari, tra cui uno al capannone della sua azienda. Altri episodi sono stati evitati grazie all’intervento dei carabinieri grazie a specifici servizi di osservazione e pedinamento.
Nicodemo Ciccia è stato arrestato nel parcheggio di un centro commerciale a San Francesco al Campo (nella foto diramata dai carabinieri) mentre incassava i soldi dell’estorsione con altri due complici: Donato Macrì (43 anni), che si faceva chiamare “Renato” per sostituirsi al Macrì Renato della Locale ‘Ndrangheta di Volpiano e Torino, e D.F. di 24 anni.
«Le indagini – hanno spiegato i militari in conferenza stampa – sono state condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile dal mese di luglio a ottobre ed hanno consentito di raccogliere ulteriori e consistenti elementi di prova sia a carico di Antonio Gagliardi, 45 anni, che da un anno era stato assunto dalla ditta della vittima ed è poi risultato l’ideatore e promotore degli episodi delittuosi, sia di G.C., 27 anni che aveva effettuato le telefonate estorsive e aveva preso parte ai danneggiamenti».
Cinque arresti per estorsione: tra questi anche l’aspirante pentito Nicodemo Ciccia