Il comitato “Non bruciamoci il futuro” alza il tiro della contestazione con un esposto in procura contro la centrale a biomassa e la richiesta di uno screening medico su tutta la popolazione di Rivarolo. È emerso dall’incontro pubblico di mercoledì 26 giugno il cui tema era proprio l’impianto Cofely-Gdf Suez situato nell’area dell’Ex Vallesusa, in piena città.
Prevalgono dunque preoccupazioni e accuse, partendo dalla questione del cippato utilizzato, per finire al fatto che invece del teleriscaldamento che avrebbe dovuto aliementare, la centrale ad oggi produce solo comune energia elettrica: tirata in ballo dai volontari del comitato anche l’Arpa per la questione della trasparenza sui dati di emissione dei fumi.
«Gli ultimi dati forniti sulle emissioni della ciminiera risalgono addirittura allo scorso 8 aprile – un’altra delle contestazioni, in particolare quella espressa l’altra sera dagli esponenti di Pro Natura – queste tempistiche ci insospettiscono. Ci siamo offerti di dare loro una mano, volontariamente, per le analisi. Ci hanno risposto di no». Il presidente della commissione straordinaria Massimo Marchesiello ha però preso le difese dell’Arpa, facendosi garante di un continuo monitoraggio sulla vicenda, coinvolgendo anche gli uffici tecnici del Comune e quelli della Provincia.
Antonello Micali e Alessandro Previati