Le analisi epidemiologiche affidate recentemente dal pm Raffaele Guariniello all’Arpa Piemonte sostengono che la vicinanza alla cava d’amianto di Balangero aumenta le probabilità di ammalarsi di mesotelioma pleurico e asbestosi. Il magistrato, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al processo Eternit, nei mesi scorsi ha aperto un fascicolo ad hoc sull’amiantifera, in ordine all’incidenza delle patologie riscontrate negli ultimi anni (anche su persone fuori dal ciclo lavorativo della fibra) e delle cui denunce già nei mesi scorsi si è occupato il nostro giornale.
Ad oggi la lente d’ingrandimento della magistratura è focalizzata su 70 morti di mesotelioma ( che ha un periodo di latenza prima dell’insoregenza della malattia che può arrivare ai 30 anni, ndr) tra Ciriacese e bassa Val di Lanzo. Secondo le evidenze contenute nell’indagine dell’Arpa, ci sarebbe un fattore di rischio perdurante di contrarre le succitate patologie nell’area, che ha un andamento decrescente quanto pià ci allontana dall’ex cava d’amianto più grande d’Europa, localizzata sui territori di Balangero e Corio.
Si parla di “rischio 2” nei comuni limitrofi all’amiantifera e di “1” a 15 chilometri di distanza.
Riscontrate tracce di amianto crisotilo, quello presente nella cava, anche anche nei torrenti Banna e Fandaglia, le cui acque sono state anch’esse oggetto di analisi da parte dei tecnici dell’egenzia regionale ambientale.
Amiantifera di Balangero: secondo l’Arpa la vicinanza alla cava aumenta il rischio di ammalarsi