LANZO — Niente da fare. I giorni passano, ma non si riesce ancora a trovare la falda sotterranea che ha messo in allarme gli amministratori di Lanzo. E anche i residenti del centro storico, preoccupati di vedersi zampillare in salotto una fontanella di acqua purissima. Come è capitato nell’edificio delle suore Albertine. Dove, da giorni, in un piano seminterrato, una pompa preleva l’acqua da una bacinella e la scarica all’esterno. «L’acqua è sbucata, improvvisamente da un muro portante – mostra suor Maria Fabiana, l’economa – pensi che, prima usciva pure dagli scalini». Dove i tecnici del Comune sono stati costretti a tamponare i rigagnoli con dei tappi di sughero come soluzione provvisoria. «Adesso, per fortuna, va un po’ meglio – spiega suor Maria Fabiana – ma, alcuni giorni fa, ci siamo trovate acqua dappertutto e, stracci alla mano, siamo state costrette a ripulire tutto l’ambiente». Il getto della fontanella, con il passare del tempo, è diminuito. Ma, solo all’inizio della settimana, i tecnici della Smat (che gestisce l’acquedotto per conto del Comune di Lanzo), i geologi e i tecnici dell’amministrazione hanno continuato nella ricerca della falda sotterranea. Un lavoro lungo e meticoloso. «Eppure, da qualche parte l’acqua deve uscire, è naturale che abbia uno sfogo» – spiega Cesare Lamberto, l’assessore ai Lavori Pubblici, mentre consulta una planimetria che mostra la dislocazione di una quarantina di pozzi nel centro storico e delle grosse vasche che hanno sempre garantito l’approvvigionamento idrico della cittadella. Tutto l’intoppo sarebbe partito in seguito a dei lavori di manutenzione alla rete fognaria della città. «È stata depositata una guaina per bloccare delle perdite – continua Lamberto – probabilmente è stato questo a far deviare il percorso del rio sotterraneo». Ma questa resta soltanto un’ipotesi.
E così è iniziata la caccia alla “falda fantasma”. Che, forse, tenendo conto di quello che è successo nella struttura abitata dalle Albertine, tanto fantasma non è. Anche perché, proprio sotto la “piazza del Collegio”, dalla volta di una chintana (le strette e suggestive viuzze che tagliano il cuore di Lanzo), si sono iniziati a staccare una serie di mattoni, E ci sono tracce evidenti di umidità. «Siamo pure stati costretti a chiudere il passaggio, prima che qualche sfortunato rimanesse colpito da del materiale» – riflette Lamberto mentre controlla l’arco della chintana, la prima che si incontra scendendo dalla piazza.
E, proprio dal giardinetto, dedicato alla Madonna Immacolata, sono partite e ricerche di operai, tecnici e geologi. Che hanno scandagliato le condotte e le vecchie vasche di raccolta, praticato carotaggi, riaperto vecchi tombini in diversi punti del territorio, usato traccianti e liquidi coloranti per cercare di individuare il nuovo percorso della falda. Poi si sono infilati nell’intricato reticolo di passaggi sotterranei che tagliano Lanzo vecchia. Torce alla mano hanno percorso il labirinto che corre sotto le case di una parte della città, carico di storia e di leggende. Tutto inutile.
«Comunque è necessario accelerare i tempi perché il flusso prodotto dalla sorgente potrebbe provocare danni da qualunque parte, non solo ai privati, ma anche agli arredi e agli edifici pubblici» – non nasconde Lamberto.
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Perse le tracce della falda acquifera