Benvenuti a Traves, il “feudo rosso” delle Valli di Lanzo, come è sempre stato definito. L’ultimo baluardo ad eleggere una giunta socialista, nonostante l’avvento del Fascismo. Il paese dove suonavano due bande musicali, quella istituzionale e quella “dei ribelli”. Un posto dove c’è ancora nostalgia del vecchio Pci, dove, quando si parla di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer, la gente è pronta a ricordare e scaldarsi, dove il centro sinistra resiste perché «Ci siamo sempre trovati bene». Sarà anche per questo che, alle ultime elezioni le urne di Traves hanno tributato al Pd la massima percentuale: il 35% (37,5% al Senato). Grillo ha ottenuto il miglior risultato della zona: 29,3%. Il Pdl e la Lega Nord sono precipitati al 15% e all’1,5%. “La Destra” di Storace ha preso un voto.
«Ma tanto sappiamo chi è» ride Osvaldo Cagliero, sindaco dal 2004. Con la sua Giunta amministra un paese di 543 anime (347 hanno votato, massima affluenza in zona), sparse nel capoluogo e in 13 frazioni. Gente che non ha mai perso il contatto con le sue radici, con la storia recente. «Forse è proprio per questo che la sinistra e il centro sinistra hanno sempre vinto – riflette Cagliero – perché qui la guerra di Liberazione ha lasciato un segno incancellabile. Le gente ha conosciuto la violenza dei nazifascisti che hanno ucciso e bruciato case. Come si fa a dimenticare?». E così ci si incammina lungo un percorso di nostalgia, leggende, storie tramandate, epiche battaglie, tragedie e le grandi feste dell’Unità. E poi di passioni e di vite legate alla politica.
«Io che resterò comunista fino alla fine».
Dubbi non ne ha Giovanni Cagliero, 83 anni. «Certo, perché mai dovrei cambiare? – dice, guardandoti attentamente, l’ex operaio della centrale idroelettrica di Funghera. Oggi l’Italia è quasi allo sfascio, la politica non esiste più. Ma noi per la libertà e per le idee abbiamo combattuto, dei miei amici sono morti. Adesso… guardi, lasciamo stare». Giovanni, quando era un ragazzino venne tenuto in ostaggio, per otto ore, dai militari della X Mas. Cercavano il fratello Gregorio, comandante della XX Brigata Garibaldi a Cantoira. «Ma non dissi una parola – ricorda – avevo paura, mi minacciavano. Io sapevo tutto, ma riuscii a non parlare. Mi risparmiarono». Sospira: «A quel tempo ci penso sempre, soprattutto la sera. Quando vado a dormire, penso ai miei amici che non ci sono più, a quella gioventù carica di speranze».
Ma il filo rosso di Traves era cominciato già tempo prima. Nel 1926, quando il giovane consigliere comunale Marco Perino Colmat, socialista, venne assassinato dagli squadristi. E la sua fine ricorda drammaticamente quella del deputato Giacomo Matteotti. Poi la guerra: Traves, su 800 abitanti, contava 83 partigiani, un record. Lotteranno fino alla fine contrastando i rastrellamenti e le incursioni dei nazifascisti, culminati con la strage del 6 gennaio 1944 ,quando ammazzarono sei persone, bruciarono case e saccheggiarono. Così nessuno si stupì quando, alle prime elezioni della Repubblica, il 18 aprile 1948, Traves assegnò il 76% al Fronte democratico popolare, l’alleanza tra partito Comunista e partito Socialista, anche nota come “Blocco del popolo”.
La Dc, che vinse quasi ovunque, si fermò al 16%. Nel paese sventolavano solo bandiere rosse. «E anche quella del Torino», sorride Eraldo Perino, sindaco dal 2004 al 2008 e figlio di Pietro, che guidò Traves per 39 anni e smise di abbonarsi all’Unità e di rinnovare la tessera del partito quando i carri armati sovietici invasero l’Ungheria. Continua: «Ricordo che era il 1976, io votavo per la prima volta, il Toro vinse lo scudetto, il Pci arrivò al 63%, il 10% degli abitanti era iscritta al partito, una stagione straordinaria». Tempi di lotte e di ideali. Eraldo Perino ne parla con un entusiasmo vero. «Sulla nostra formazione ha influito molto la figura di Nicola Grosa, ci insegnò l’antifascismo democratico». Basta un lampo di Perino per capire come, in questa fetta delle Valli di Lanzo, la politica abbia permeato un po’ tutto. «Nel 1990 all’ultima Festa dell’Unità, che durava cinque giorni, incassammo 33 milioni di lire, facevamo anche 500 coperti al giorno – racconta l’ex sindaco – quando a Ciriè, la stessa manifestazione, arrivava a racimolare più o meno 6 milioni. Altri tempi». E qui, all’ombra del campanile di San Pietro, il centrosinistra ha vinto in qualsiasi elezione: nel 1994, nel 1996, nel 2001, nel 2006 e, nel 2008, quando è stato l’unico Comune delle Valli a non cedere al centrodestra.
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Traves, feudo rosso delle Valli di Lanzo