A poco più di un mese dall’inaugurazione del refettorio di nuova costruzione, come un fulmine a ciel sereno, l’entusiasmo dei genitori degli alluni della primaria di Ceretta si infrange e si spegne alla notizia, emersa durante l’ultima seduta del consiglio d’istituto, che i posti disponibili saranno in totale 56. Non sufficienti, quindi per tutti gli alunni che usufruiscono della mensa: a poterne giovare saranno solo i bambini che frequentano le classi terza, quarta e quinta e che attualmente vanno, per il pranzo, alla Società operaia. Gli alunni di prima e seconda elementare, invece continueranno il loro percorso verso la scuola d’infanzia, dove, facendo i turni con i bimbi della materna, hanno a disposizione un locale per la mensa.
E così, a fronte di tutte le aspettative e situazioni di organizzazione che si pensava di risolvere con il nuovo refettorio, sembra si arrivi solo ad evitare lo spostamento con lo scuolabus, necessario per recarsi alla sede della Società operaia. Attualmente 88 bambini usufruiscono del servizio mensa, di cui 54 quelli che frequentano dalla terza alla quinta elementare. Resterebbero esclusi dalla fruizione del refettorio, quindi, 34 alunni, quelli delle prime e seconde. Ma forse erano troppe le aspettative dei genitori che avevano ben apprezzato quella spesa, non indifferente, di circa 165mila euro per il refettorio, o forse le aspettative non erano in linea con i tempi che corrono e che impongono modifiche rilevanti alla scuola pubblica. «Il refettorio è stato progettato in base all’attuale normativa – afferma Franco Picat Re, assessore all’Edilizia scolastica – Per il tipo di scuola a cui ci riferiamo e per il tipo di tempo scuola, quella superficie poteva essere prevista e non altro. È possibile fare anche il doppio turno per la mensa. Con il buon senso e la buona collaborazione di tutti, ogni cosa si può risolvere». Speranze vane, quindi, quelle di vedere i bimbi, durante un momento educativo così importante come quello del pasto, tutti insieme a mangiare. Per la normativa non è così importante come si sperava. Ma le cosa cambieranno con la costruzione della nuova scuola? «Il refettorio è in linea con quanto previsto dalla legge – aggiunge Picat – e lo è anche per la nuova scuola». Il problema sembra essere inserito nel tempo scuola. «La primaria di Ceretta ha un tempo scuola di tipo normale – spiega Sonia Giugliano, consigliere delegato all’Istruzione – e pertanto non prevede la mensa. È, infatti, il Comune a farsi carico di questa mancanza, con costi non indifferenti, per andare incontro alle esigenze delle famiglie e fornire un servizio in più, non previsto per il tempo normale. Viene fornita la mensa e l’assistenza, per colmare una necessità non garantita altrimenti». Da aprile il refettorio sarà attivo per i bimbi che vanno ora alla Società operaia e, per il momento, non si parla di turni mensa. «Con quest’anno scolastico scade anche l’appalto per l’assistenza – spiega Giugliano – Vedremo se con il nuovo appalto sarà possibile stabilire i turni per il prossimo anno».
Troppo piccolo il refettorio di Ceretta