VENARIA REALE — «Storicamente questa è rimasta l’ultima roccaforte piemontese della delinquenza di matrice siciliana. Molti personaggi pregiudicati provengono, infatti, da Castronovo di Sicilia e da Corleone». Parole del capitano dei carabinieri Vincenzo Bertè che, al processo Minotauro, ha chiarito bene chi dovrebbe ancora “comandare” all’ombra della Reggia, dove lui e i suoi militari hanno indagato per anni. Quella della presenza mafiosa nella Reale è una storia lunga, che affonda le radici negli anni ‘60, con la grande immigrazione e l’arrivo di alcuni “uomini d’onore” destinati al confino.
Il sindaco Giuseppe Catania è perplesso: «Sono tanti anni che amministro la città e non ho mai avuto una percezione di questo fenomeno. Infatti, che io ricordi, non ho mai assistito ad un delitto ricollegabile alla criminalità organizzata. E poi non mi risulta nemmeno che qualcuno sia finito in carcere per associazione mafiosa, quindi…».
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Andrea Trovato e Gianni Giacomino