CASELLE – La svolta sul caso Musy, il consigliere torinese rimasto ferito gravemente in un agguato il 21 marzo dell’anno scorso (è ancora in coma), porta a Caselle, città nella quale, per diversi anni, ha vissuto l’uomo che ora è accusato per quel delitto.
Sono definiti gravi gli indizi che hanno portato al fermo, da parte degli uomini della polizia di Stato, di Francesco Furchì (nella foto), 49 anni, di origini calabresi, volto noto a Caselle per alcune sue apparizioni in politica negli anni scorsi, e da qualche anno residente a Torino.
Furchì, che era il lista con Musy alle comunali del 2011 e che nel 2006 era stato candidato al senato con l’Udeur di Mastella, secondo gli investigatori avrebbe sparato ad Alberto Musy per vendicarsi di alcuni favori negati.
A incastrare l’uomo sarebbero state, dopo un anno di indagini molto complesse, le conclusioni delle perizie affidate dal pm Roberto Furlan agli esperti del Politecnico di Torino. I consulenti hanno analizzato le immagini delle telecamere intorno all’abitazione di Musy, ricostruito peso, altezza e caratteristiche fisiche dell’attentatore e poi le hanno confrontate con il sospettato, trovando una corrispondenza superiore al 90%.
Viveva a Caselle l’uomo fermato dalla polizia per l’agguato a Alberto Musy