LANZO — Se la Regione non accoglierà le richieste inoltrate dagli amministratori di zona in merito al futuro dell’ex Mauriziano, è pronta la prima forma di protesta clamorosa. I sindaci di zona andranno dal prefetto di Torino e consegneranno le fasce tricolore, rimettendo il mandato. Un gesto forte, quello suggerito dall’assessore alla Sanità di Lanzo, Sergio Geninatti Togli.
Intanto, nei prossimi giorni, il governatore della Regione Roberto Cota e l’assessore alla Sanità Paolo Monferino dovrebbero riconvocare i politici delle Valli di Lanzo per comunicare le decisioni che hanno preso in merito alla proposta. Proprio da questo punto potrebbe innescarsi la protesta. Ieri, intanto, nella direzione dell’Asl To4 di Chivasso, si è tenuta la riunione della Conferenza dei sindaci. Insieme, coordinati dal primo cittadino di Ciriè, Francesco Brizio, gli amministratori hanno deciso di stilare un documento unitario in merito alle richieste da fare. «Noi continuiamo a cercare la via del dialogo e del confronto – ammette il sindaco di Lanzo, Ernestina Assalto – vogliamo credere che, fino alla fine, ci sia ancora la possibilità di far sentire le nostre richieste». Non le manda a dire Celestina Olivetti, la presidente della Comunità montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone. «In questi mesi in governo regionale non ha mai dato una risposta alle nostre richieste, nemmeno alla petizione con più di 20mila firme – spiega la Olivetti – ci siamo sempre confrontati con un muro senza ottenere una risposta». Incalza: «Quando hanno ridimensionato il pronto soccorso dell’ex Mauriziano ci hanno assicurato che avrebbero garantito un servizio con un’ambulanza medicalizzata. La stiamo aspettando ancora adesso e nessuno ci ha mai detto perché non è stata istituita». Molti politici, insieme ai membri del Comitato nato per la salvaguardia dell’ospedale di località Oviglia, si sono ritrovati nella serata di martedì 22 gennaio, per discutere ancora. Ovviamente le proposte avanzate all’assessore Monferino sono che la medicina non venga ridimensionata a 40 spazi, con ricoveri di “bassa intesità clinica”, che la riabilitazione cardiopolmonare non passi da 40 posti a 17, come è avvenuto. E che poi, invece, restino a Lanzo i 12 letti del day hospital oncoematologico, traslocati a Ciriè e anche gli otto del day surgery, per garantire un minimo di attività chirurgica che si potrebbe riflettere anche su altre attività. Perché, secondo quello previsto da chi ha ripensato la sanità piemontese, nell’ex Mauriziano resterebbero una medicina soft, la lungodegenza con i suoi 25 posti, l’hospice e qualche ambulatorio. Questo tenendo conto che è anche prevista la chiusura dell’Eremo.
Ospedale, la protesta dei sindaci: consegneremo le fasce tricolore