LEINÌ — Test di ammissione all’università “truccati”, per far accedere al Suism non i più meritevoli ma i raccomandati? È quello che sta cercando di appurare la magistratura con l’inchiesta che ha portato, all’alba di lunedì mattina, 7 gennaio, alla perquisizione delle sedi del Suism (di Leinì e di Torino), della Provana Spa, delle abitazioni private e degli uffici di: Maurizio Di Gioia, ex presidente, amministratore delegato e direttore generale della società comunale; Antonio Postiglione, ex direttore Amministrativo, oggi in pensione, del Suism e Giuseppina Robecchi, presidente dell’Università di Scienze motorie.
I carabinieri della Compagnia di Venaria hanno raccolto documenti, graduatorie, verbali e file. L’ipotesi di reato contenuta negli avvisi di garanzia recapitati ai tre indagati, è quella di abuso d’ufficio. Nel mirino del sostituto procuratore Stefano Demontis, coordinato dall’aggiunto Roberto Beconi della procura di Torino, ci sarebbe il test di ammissione alla Suism, per l’anno accademico 2010/2011, del 15 settembre 2010. Su circa 600 candidati, soltanto 400 furono gli ammessi. Tra questi anche Maurizio Di Gioia che, nella graduatoria finale, giunse al secondo posto, soltanto per ragioni anagrafiche (il primo era più giovane e per regolamento meglio posizionato) con 50 risposte esatte su 50 quesiti. Domande a risposta chiusa, di cultura generale, sugli argomenti più disparati: dall’italiano alla chimica, dalla matematica alla biologia.
L’inchiesta, infatti, parte da una denuncia e da svariate segnalazioni provenienti da un comitato spontaneo sorto a seguito dei risultati del test di ammissione. Proprio per queste ragioni, i militi avrebbero anche richiesto, al Suism, i risultati degli anni precedenti. L’intenzione è quella di verificare situazioni analoghe pregresse e per confrontare i risultati del 2010 con gli anni precedenti.
L’ipotesi della Procura, tutta da accertare, è che Di Gioia si sarebbe messo d’accordo con la commissione (di cui avrebbero fatto parte anche la Robecchi e Postiglione) per riuscire a superare, senza “patemi” il test di ammissione. Se così fosse stato i magistrati dovranno capire se ciò fu fatto in cambio di qualcosa o solo a titolo di “favore personale”. Ma quali potrebbero essere i punti di contatto tra Di Gioia e il Suism? Diversi, se si analizza il panorama dei rapporti, soprattutto tra la Provana e l’Università.
L’azienda comunale, quando Di Gioia dirigeva la società, ha realizzato le aule della sede del triennio della facoltà, in via Volpiano, e ha avviato i lavori di adeguamento dell’ultimo piano del Poliambulatorio che, a breve, andranno ad accogliere i laboratori del centro di ricerca sportiva della facoltà. Dal canto suo il Suism aveva acquisito una quota azionaria della Provana, divenendone socio. Ed è su questi incroci e rapporti professionali e interpersonali che la Procura vuole fare chiarezza.
L’ex presidente Provana, ed ex assessore della Giunta Coral, si è chiuso nel massimo riserbo. Il cellulare è staccato mentre i colleghi che l’hanno incrociato martedì mattina, in ufficio, lo descrivono abbattuto e amareggiato per l’inchiesta. Ad essere con il medesimo stato d’animo è l’altra indagata eccellente dell’intera vicenda: il presidente della Suism che racconta così quanto è accaduto lunedì mattina: «I carabinieri si sono recati in facoltà a Leinì, nel mio ufficio in piazza Bernini e nella mia abitazione. Stavano cercando documentazione relativa al test di ammissione 2010/2011. Hanno raccolto del materiale e mi hanno notificato quello che mi pare essere un avviso di garanzia. Mi sento, però, molto tranquilla. Non ho nulla da nascondere né da temere. Non saprei cosa possa essere successo di anomalo in quel test. Visto, però, che gli studenti avevano chiesto dei chiarimenti, avevo già inviato al Rettore Ezio Pellizzetti, una relazione dettagliata sui fatti. Non so proprio di cosa possa mi si possa accusare e quali siano le ragioni della perquisizione. Ribadisco, sono serena anche se sono situazioni che dispiacciono molto».
Delicata pare essere anche la posizione di Antonio Postiglione, ex direttore amministrativo del Suism di Torino: uno dei fautori della trasformazione degli Isef in Corsi di laurea in Scienze motorie. Pilastro del mondo accademico che ha frequentato con diversi ruoli: da docente fino a direttore, dal 1995 al 2001, dell’Edisu Piemonte, l’ente che eroga le borse di studio. I magistrati vorrebbero capire se ha avuto un ruolo attivo nella vicenda del test di ammissione del settembre 2010. Perché nella vicenda di quella sessione di esame parrebbe esserci una particolare coincidenza. Alla medesima sessione di Di Gioia vi avrebbe preso parte anche un parente stretto dell’ex dirigente amministrativo. Anch’egli avrebbe ottenuto un risultato eccellente, tanto da fargli passare, senza problemi la selezione. E all’interno della graduatoria sembrano esserci diversi altri nomi di parenti di docenti della facoltà di Scienze Motorie. Ma questa è un’altra storia che forse la Procura potrà, se lo riterrà opportuno, approfondire, in un secondo momento, quando avrà acquisito tutti gli atti e analizzato, nel dettaglio, cosa possa essere successo in quello che sembra essere stato, secondo le ipotesi degli inquirenti, un test “facilitato” per amici, parenti e affini.
Piercarlo Gattolin – Elisa Sola
10 Gen 2013
Test di ingresso truccati alla Suism: indagato ex assessore della Giunta Coral