CIRIÈ – I ravers, circa 2mila, che hanno occupato per quattro giorni l’ex area De Medici sono andati via lasciando, oltre a danni e rifiuti, un forte dibattito in zona su questo tipo di feste.
Un fenomeno, quello dei rave, che divide e che rimanda giocoforza anche ad una visione sociologica della controversa vicenda: le polemiche tra chi difende, o quantomeno tenta di comprendere tale modalità di aggregazione giovanile e quelli che invitano alla tolleranza zero facendo propri i precetti legali secondo i quali nessuno dovrebbe violare le proprietà altrui e tentomeno danneggiarle, inneggiando persino ad azioni repressive o di sgombero da parte delle forze dell’ordine, è lanciato ed ora corre sul web con commenti, video e quant’altro.
Dall’altra parte, i giovani amanti dei rave party rovesciano la visione di illegalità delle loro feste, adducendo oltre alla passione per il tipo peculiare di musica che caratterizza i loro meeting (e di una certa cultura dello sballo comunque ascrivibile a quella dell’alcol o di altre droghe proprie alle classi dirigenti che di norma ideologicamente attaccano) il fatto di «occupare “temporaneamente” siti industriali dismessi dopo essere stati spesso inquinanti, lasciati al degrado o alle logiche della speculazione edilizia».
Si veda a riguardo uno dei commenti lasciati (che non fa sconti nemmeno a noi giornalisti) sotto l’articolo su questa testata online che la scorsa settimana annunciava la presenza del rave di Capodanno alla De Medici, o per farsi una idea più puntuale di quanto accaduto in quell’area al netto delle lamentele e della rabbia del proprietario del sito, i video che in questi giorni sono stati postati su youtube, in maggiorparte proprio da parte dei ravers.
Due ultimi appunti, per completezza di cronaca, rispetto all’ulteriore degrado lasciato nell’area da questi ragazzi e ai presunti reati che sarebbero stati commessi (violazione di proprietà privata e danneggiamenti, appunto): innanzitutto non tutti i rave sono uguali; la storia insegna che in alcuni casi, come nel 2002 per il maxi raduno (5mila per una decina di giorni permanenza) sulla Stura tra Robassomero e Ciriè, la spazzatura viene rimossa dai partecipanti e l’area lasciata abbastanza pulita. Nel caso del 2002 a Ciriè risultò molto intelligente la mossa dell’allora sindaco Luigi Chiappero che preventivamente fece posizionare nei pressi del rave appena insediatosi una nutrita serie di cassonetti.
Infine, ogni qualvolta si verificano tali invasioni, si diffondono notizie di arresti per ogni tipo di reato, poi rivelatesi inesistenti, dal furto negli ipermercati alle azioni vandaliche gratuite: nel 2002 su 5mila persone transitate vennero denunciate due ragazze spagnole per il furto di un paio di mutandine; mentre in quest’ultima occasione, gli unici fatti davvero gravi hanno interessato quattro dei ragazzi partecipanti al party, tre per intossicazione da stupefacenti e alcol ed uno per la frattura di femore procuratasi per la caduta da un’impalcatura.
Di seguito i link di alcuni dei video sul rave di Capodanno a Ciriè: http://youtu.be/WC3yGj0JsLw
Rave di Capodanno, commenti, polemiche e video impazzano sulla rete