BALANGERO — Dopo anni di opere di bonifica e di messa in sicurezza, i lavori di recupero dell’ex Amiantifera sono arrivati ad un punto cruciale, nel cuore dell’ex miniera. La ditta Salpa ha iniziato a smantellare i vecchi stabilimenti che erano crollati anni fa. Si tratta di 9 mila tonnellate di ferro da recuperare, tagliare e decontaminare. «Prima di essere trasportati nelle fonderie per essere riutilizzati» – illustra Michele Prandi, project manager di Salpa, la ditta ligure di Millesimo, proprietaria di una parte dei fabbricati all’interno della cava. È un lavorone che viene effettuato da una quindicina di addetti di Salpa, sotto una pioggerellina continua, garantita un «fog cannon», in grado di nebulizzare in aria circa 3 mila litri di acqua all’ora, per evitare la dispersione in aria di particelle. Chiunque si avvicina agli stabilimenti deve indossare tute e maschere di protezione. Tutto il ciclo di recupero e smaltimento del materiale ferroso viene «seguito» da sedici centraline di rilevamento, sparse un po’ dappertutto, che effettuano continui campionamenti dell’aria. «Finalmente è stata imboccata la strada giusta, come previsto dall’accordo di programma dopo anni di intoppi burocratici, che avevano inchiodato tutte le operazioni di smantellamento delle strutture» – riflette Corrado Scapino, il presidente di Rsa, la società pubblica che si sta occupando del risanamento del sito dal 1995. «Per questi cantieri si stanno seguendo delle linee guida appositamente definite dal ministero dell’Ambiente per il recupero dell’ex miniera di Balangero» – spiega Massimo Bergamini, il direttore di Rsa. Che rileva come: «In tempi di crisi come questi è importante recuperare tonnellate di ferro che rischiava di essere smaltito senza la possibilità di riutilizzo». Intanto la Salpa ha già presentato un progetto preliminare che prevede la demolizione e la bonifica di una parte di fabbricati. Dove i tetti sono tutti in eternit e l’amianto è ovunque. Intanto Bergamini avverte che: «Siamo in attesa delle riunione della Conferenza dei Servizi che dovrà valutare una serie di progetti per una serie di interventi, all’interno dell’ex miniera, dall’importo complessivo di 12 milioni di euro, come previsto dall’accordo di programma del 2007». Fino ad oggi, per mettere in sicurezza 320 ettari dell’ex sito minerario, in una dozzina di anni, si sono spesi 25 milioni di euro. Intanto, all’inizio del 2013 partiranno i lavori di bonifica dei due grandi silos, che contengono circa 80 metri cubi di fibra in polvere, sistemati all’esterno dei capannoni e continuamente tenuti sotto controllo. L’appalto se lo è aggiudicato la ditta Salpa, per 250 mila euro, e circa otto mesi di attività.
Amiantifera: si smantellano i capannoni