Elisa Talentino, in arte Lizasun, ha 32 anni ed è originaria di Castellamonte. Da una laurea in architettura è approdata al mondo della moda hand-made, e ci racconta come ha fatto.
Studiavo architettura a Torino, e nel tempo libero, come succede a tante ragazze, mi divertivo a creare piccoli oggetti di bigiotteria e vari accessori di moda. Dopo la laurea sono andata a Roma per seguire uno stage; per un po’ ho lavorato nel campo dell’architettura, continuando per passione a creare accessori di abbigliamento a mano. Ad un certo punto però mi sono stufata dell’architettura e mi sono lanciata nel cercare di fare del mio hobby una professione. A Roma ho poi incontrato quello che ora è il mio attuale marito, per cui la Capitale mi ha… rapita.
Che prodotti confezioni ora e quali materiali utilizzi?
Accessori di moda: borsette, pochettine, portafogli, cerchietti, bigiotteria… ultimamente mi sono interessata anche alla sartoria e quindi all’abbigliamento, vestiti e maglie in particolare. Quando ho iniziato lavoravo solo con materiali riciclati che trovavo in giro: bottoni della nonna, scarti di pelle, pezzi di tessuto… Ad un certo punto per fare delle produzioni più grandi ho avuto bisogno di acquistare del materiale, ma rimane interessante e soprattutto doveroso riciclare ciò che si può, per cui ci faccio sempre attenzione: il materiale riciclato resta una componente permanente delle mie collezioni.
Come hai cominciato a vendere?
All’inizio tramite parenti e amicizie: mamme, zie, cugine e amiche, anche perché mi serviva per capire se i miei prodotti potevano piacere. Poi sono entrata nel circuito dei mercati e dei mercatini: qui a Roma hanno molti mercati vintage e di artigianato, quindi di creazioni “hand-made”; in un terzo momento ho attivato il contatto con l’esterno, quindi con i negozi (grazie ai contatti presi ai mercati e mercatini), che hanno cominciato a vendere i miei prodotti, e tramite la vendita via web.
Utilizzi il web anche per promuoverti?
Assolutamente si: tutti i circuiti social network possibili col nome Lizasun; e poi ho il mio sito internet che è sempre aggiornato: www.lizasun.com.
Come hai fatto a passare dall’architettura all’attività che hai oggi?
Non sono poi così lontane, sai? Quello che mi ha insegnato l’università è stato il progettare: nella mia attività faccio lo stesso processo, perché disegno, cerco il materiale e realizzo. In architettura il procedimento è simile: fai un disegno e ad un certo punto dovrai avere a che fare con dei materiali per poter realizzare una ristrutturazione, o un’abitazione da capo e via dicendo. quindi la metodologia è la stessa, si potrebbe chiamare “architettura del design”.
Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi del lavorare in proprio?
Positiva è la tua gestione del tempo e il poter decidere autonomamente cosa creare e come, ovvero l’imprinting che vuoi dare al tuo lavoro. L’aspetto negativo è che devi lavorare molto, devi darti dei tempi precisi, delle regole serrate, farti un piano serio di lavoro; stando a casa e non dovendo rendere conto a nessuno questo è più difficile, mentre bisogna fare sempre attenzione a non perdere di vista i propri obiettivi e come ci si vuole arrivare. Queste attività di artigianato, di hand-made agli occhi di molti sembrano sempre un po’ solo hobbistica: in realtà quando diventano un lavoro lo devono essere per davvero, e bisogna dimostrarlo.
Per avviare questa attività hai dovuto investire molto in denaro? ovvero, tutti possono farlo o è un privilegio per pochi?
Io ho fatto un piccolo investimento, anche perché tuttora ho un piccolo pubblico. Ho iniziato con poco: una macchina da cucire e del materiale riciclato. chi invece volesse partire con un progetto più ambizioso, più in grande, certamente dovrebbe investire più denaro: il non avere un grosso capitale iniziale è certamente un aspetto negativo per chi vuole mettersi in proprio con un progetto ambizioso. Se si mantiene invece come seconda attività, almeno inizialmente, non c’è bisogno di un grosso capitale e ci si può prendere il tempo per capire se è un’idea che può avere successo.
Con i canali di informazione di cui disponiamo oggi, soprattutto il web, è necessario avere un negozio?
Secondo me all’inizio non è necessario. E’ importante fare una buona comunicazione all’esterno, quindi con i social network e un sito fatto bene. Poi sta all’abilità di ciascuno decidere o meno di ingrandirsi, magari aprendo un negozio, ma l’importante comunque è arrivare ad avere un target preciso, dei clienti… di questi tempi aprire un negozio va molto ben ponderato, e fortunatamente si possono scegliere alternative valide al negozio classico, proprio grazie a internet.
I mercatini ai quali partecipi sono a Roma e zone limitrofe o anche più lontano? Quali sono i prossimi a cui parteciperai?
Restare vicini a dove si abita e si crea è più comodo, e tra l’altro Roma ospita molti mercatini vintage. Spostarsi significa organizzarsi e soprattutto spendere dei soldi per tali spostamenti, quindi si può fare ma bisogna valutare bene di volta in volta se ne vale la pena: io partecipo anche a fiere e mercati fuori Roma, anche perché è utile per farmi nuovi contatti. Il prossimo grande appuntamento sarà con Paratissima a Torino, mentre sotto Natale sarò al mercato omonimo a Roma.
Come definiresti il tuo stile?
Innanzitutto le mie creazioni sono tutte uniche, una diversa dall’altra, e questo già piace molto a chi poi deve indossarle; l’altra particolarità è che è tutto realizzato a mano. Diciamo che il mio stile si ispira agli anni ‘40/’50, anche se cerco di andare anche in altre direzioni; però il vintage mi piace sempre, per cui spesso prendo stoffe che siano sempre un po’ retrò, che poi rivisito di modo che piacciano alle clienti di oggi. Certo non potrei permettermi di rifare i cappelli degli anni ’40, così ingombranti!
Che consigli daresti a chi volesse mettersi in proprio?
Di non arrendersi alle prime difficoltà: ci si deve lanciare, avere fiducia, trovare il target giusto a cui rivolgersi, avere buona dimestichezza coi mezzi di comunicazione contemporanei come i social network, avere buon gusto nel fare un bel sito, fare una buona promozione all’esterno, essere sempre sorridenti e andare avanti: insomma, avere molta energia, tempo, dedizione, passione. Bisogna resistere e stringere i denti, se si crede in qualcosa.
Chi volesse conoscerti di persona e vedere le tue creazioni dove può farlo?
Sono stata a Paratissima dal 7 all’11 novembre, che quest’anno non è più stata per le strade di San Salvario: a ben vedere ha raggiunto il suo scopo, ovvero riqualificare un quartiere di Torino che non si conosceva; inoltre inizialmente aveva molti posti dove far esibire i propri artisti; col passare degli anni e proprio grazie alla riqualificazione, lo spazio espositivo si è invece di molto ridotto perché sono stati affittati molti spazi e sono nati diversi nuovi locali. Quest’anno Paratissima si è tenuta all’Expo C’est Moi: è una bella location, perché si tratta degli ex mercati generali (ed ex villaggio olimpico) di Torino, uno spazio immenso nella zona del Lingotto, tra l’altro quasi del tutto inutilizzato. L’idea degli organizzatori è certamente anche quella di sensibilizzare la popolazione sull’utilità che potrebbero ancora avere questi ex mercati per la città di Torino e non solo.
15 Nov 2012
Una creativa canavesana dal mood retrò rapita dalla capitale