BALME — Il rilancio dello storico albergo «Camussot» di Balme, nido d’amore di Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, passerà attraverso due donne. Sono Antonella Reinero e Valentina Bonacorsi. La prima, originaria di Torino, con un passato da educatrice per i ragazzi in difficoltà, l’altra con un’esperienza di ristorazione in Val Seriana, nel bergamasco. L’obiettivo è quello di riaprire il locale chiuso, per l’ennesima volta, dal gennaio scorso, entro la prossima primavera. Con il chiaro intento di ripercorrere i fasti e i successi del secolo scorso. Un’età d’oro quando in Val d’Ala arrivavano i più bei nomi della nobiltà italiana e gli ufficiali legati a Casa Savoia per trascorrere dei periodi di vacanza. Basti pensare al poeta Giosuè Carducci, in esilio a Balme, per tentare di dimenticare la «bionda fata» Annie Vivanti, al tenore Francesco Tamagno che godeva dell’aria buona per rinforzare i polmoni oppure a Vittorio Emanuele III che, insieme alla sua corte, partiva dal«Camussot» per delle battute di caccia al camoscio in Val Servin. È rimasta pure la stanza austera e sobria dove soggiornava il cardinale Achille Ratti, diventato poi papa Pio XI. Ma questi sono solo alcuni dei personaggi che spendevano l’estate ai piedi dell’Uja di Bessanese. «La nostra è una scommessa che vogliamo vincere perché il “Camussot” non può restare con le sale e le camere vuote, rappresenta una fetta importante di storia delle Valli di Lanzo» – ammette Enzo Cristoforo, imprenditore di Ala di Stura e marito della Reinero che, a Balme, ha deciso di investire con il restilyng delle sciovie del Pakinò, con l’apertura del pattinaggio su ghiaccio, e l’acquisto della storica Trattoria Alpina, al Piano della Mussa. Spiega: «Certo, per i lavori di ristrutturazione, abbiamo calcolato che ci vorranno almeno 800mila euro, speriamo di poter usufruire di qualche contributo da parte del Gal». «Il nostro scopo è quello di mantenere le caratteristiche originali dell’albergo, magari ampliandolo con qualche camera in più delle cinque attuali e realizzare degli alloggi per soggiorni un po’ più lunghi, vorremmo arrivare almeno a 25 posti letto» – rivela ancora l’imprenditore di Ala di Stura. Uno dei primi interventi sarà quello di recuperare il piazzale antistante al vecchio edificio che dovrà essere completamnte rivestito con del materiale isolante per resistere alle intemperie del lungo inverno. «All’esterno il mio sogno è quello di creare un giardino gradevole, con delle panchine, una fontana, insomma di creare un’area di relax dove chi viene può godere del sole e dell’aria buona – continua ancora Cristoforo – insomma di renderlo più fruibile al pubblico». Una volta al «Camussot» c’erano più di cinquanta stanze, 200 coperti e decine di camerieri in livrea. Ritornare a quei livelli, sarà impossibile. «L’importante è ripartire e creare comunque delle strutture ricettive che possano accogliere i turisti nelle Valli di Lanzo – dice entusiasta Mauro Marucco, il sindaco di Balme – anche perché il mercato delle seconde case è in netto calo e, da qualche parte, la gente deve pur soggiornare, anche per brevi periodi». «Vorremmo anche ingrandire il salone delle feste – termina Cristoforo – dove, una volta, si tenevano i grandi balli e si festeggiavano i capodanni». Di quei tempi sono rimaste vecchie fotografie in bianco e nero, con la gente che si accalcava davanti all’obbiettivo, sorridente e spensierata. E questi ricordi, insieme a tanti altri, sono stati raccolti dallo storico Giorgio Inaudi, e verranno esposti in una parte del nuovo «Camussot», pronto ad affacciarsi sulla sua terza vita, senza dimenticare il passato.
Due donne rilanciano il Camussot