BARBANIA — Quando arriva San Giuliano, Barbania risponde. E anche chi da anni si è trasferito, lasciando il Canavese per la città, vicina o lontana che sia, l’ultima domenica e l’ultimo lunedì di agosto sa già di essere impegnato. Perché il paese è in festa e bisogna andare. E così eccoli i barbaniesi, presentarsi, tirati a lucido, al primo appuntamento di due giorni intensissimi: la messa della domenica mattina, celebrata quest’anno dal vescovo emerito di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi.
Lo aspettano, schierati sul sagrato, il priore, Nico Farina, con la bandiera del patrono sempre ben salda tra le mani. Accanto a lui, in abito lungo verde, le priore Alessia Bonotto e Lara Ferroglia. Vicino c’è il sottopriore, Guido Levi Gattinara, assieme a Rossella Nordio e Silvia Storti, l’Abbadia, il sindaco Giovanni Drovetti, don Guido Giacomino, la banda musicale e i rappresentanti delle associazioni. Durante la processione le vie strette che salgono su, fino al vecchio Ciuché, si riempiono delle note del corpo musicale guidato dal maestro Paolo Storti. Al pomeriggio, il vespro è la replica in piccolo di quanto successo al mattino. È ora della prima festa vera, l’ “obada”, il rinfresco a casa del priore. E la stessa villetta gialla addobbata per quest’occasione attesa da tutta una vita è il punto di partenza dei festeggiamenti del lunedì pomeriggio. Che culminano, di nuovo, in piazza. Giuliana Bonino sale su una sedia e, in versi, riassume la storia del paese degli ultimi dodici mesi, a partire dal gemellaggio con Gavorrano, in provincia di Grosseto, che in comune con Barbania ha proprio il culto di San Giuliano. Poi il microfono va a Nico Farina. Il priore ringrazia “i suoi sponsor”, la moglie e la suocera, saluta le priore e le loro famiglie, ricorda il padre, decano dell’Abbadia che, con 47 alabardieri, tra cui i nuovi Fabrizio Ferrero e Gianluca Fasciano, è la più numerosa del Piemonte. Dopo due giri di danza, passa la bandiera a Guido Levi. È la cessione del drapò. Una scarica di fucili del Gruppo storico Pietro Micca e del Reggimento Piemonte la accompagna: il sottopriore diventa priore 2013 e nell’antica casa di famiglia, al Ciuché, offre l’obada finale.
L’ultimo atto della giornata è il Corenton. Intorno al falò corrono i ragazzi, con indosso la maglietta di Roberto “Tazzi” Bortolato, l’amico scomparso poco tempo fa, corrono le priore e le sottopriore, corre l’Abbadia. Non corre Farina, che a ballarla, quella melodia che il giorno dopo è ancora nella testa di tutti, preferisce suonarla tra le file della banda.
Quando il fuoco si spegne, la festa dei giovani prosegue nell’autopista. Durante tutta la durata della patronale, il pubblico ha potuto visitare la mostra “Creare”, a cura di Ester Smeriglio Cravotto e delle allieve del corso di decoupage, e la personale del pittore torinese Claudio Casella. Tanti i presenti anche alla serata di venerdì 24, organizzata da Valeria Regondi e Salvatore Vacca, con l’esibizione del Quartetto Armonia, accompagnato dalle coreografie della Compagnia Torino Danza, e a quella di sabato 25, per “Di tutto un po’…”, il concerto della banda di Barbania.
San Giuliano, fra tradizione e cultura