«Almeno ancora per una settimana non dovrebbe piovere. Tutto al più si verificheranno rovesci isolati, ma non ci sarà una situazione diffusa di pioggia. Comunque non siamo ancora arrivati ad un particolare allarme siccità». Non lascia molte speranze il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, volto noto della tv e responsabile dell’Osservatorio Meteorologico del Collegio Carlo Alberto di Moncalieri. «Purtroppo, al momento, non prevediamo l’arrivo di significative perturbazioni sul Torinese e sul Piemonte – ammette ancora Mercalli, che vive in Val di Susa – Il mese di luglio, che è appena passato, è stato più caldo della media di circa 2 gradi. Ma i valori sono ancora lontani da quelli del luglio 2006 o dell’estate 2003 quando l’afa e la calura erano opprimenti». Sarà.
Intanto, in Canavese, dove è a rischio la produzione del mais, la Coldiretti ha chiesto che venga rilasciata acqua dall’invaso di Ceresole. Il consigliere regionale Roberto Tentoni (Progett’azione, PdL) ha chiesto al presidente di Iren Energia Walter Ceresa «di valutare le possibilità di rilasciare una maggior quantità d’acqua dagli invasi a monte dell’Orco e del Soana: con 4 metri cubi al secondo in 15 giorni si otterrebbe una disponibilità irrigua di 5.184.000 metri cubi, su una capienza totale degli invasi di circa 80 milioni. Questo consentirebbe all’agricoltura canavesana di poter superare la fase più critica».
«Potrebbe essere una soluzione perché nella Stura la portata sta iniziando a diminuire vistosamente – ammette Paolo Odetti, il vice presidente provinciale della Coldiretti – diciamo che la coltura più a rischio è il mais che ha quasi raggiunto la fase della maturazione. Se non si riesce ad irrigare i campi, si può andare incontro a problemi seri». Odetti avverte anche che: «Ci sono degli allevatori che non riescono più a mantenere i capi negli alpeggi di montagna e sono costretti a scendere. Ora è necessario usare l’acqua in maniera migliore».
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Gianni Giacomino e Paola Zoppi