Una pensionata che ha abitato per una trentina di anni a Balangero, e non ha mai lavorato nella cava dell’Amiantifera, è morta di mesotelioma alla pleura. La classica patologia che colpisce chi ha avuto a che fare con il micidiale asbesto, “la polvere”, come veniva chiamata in miniera.
Il decesso è avvenuto, alcuni giorni fa, all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. La donna abitava da molto tempo in Liguria, dove si era trasferita con la famiglia. Sono stati proprio i familiari della signora a segnalare il caso all’Osservatorio regionale sui tumori professionali, coordinato proprio dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello. Questo perché il Santa Corona di Pietra Ligure, non rientra nel ventaglio di ospedali che vengono monitorati dagli esperti, pronti a raccogliere i nuovi casi di asbestosi e mesotelioma pleurico. E così comincia a dare i primi frutti l’appello del magistrato, partito alcune settimane fa, anche grazie all’apertura di uno sportello pubblico sul “rischio amianto” all’Asl di Ciriè. Guariniello, infatti, intende ricostruire tutte le morti avvenute nei Comuni della zona di persone che, per troppi anni, sono state sottoposte al rischio amianto, con l’aria della zona ammorbata dal pericoloso pulviscolo. Quante sono? Difficile da stabilire.
Il caso della pensionata emigrata in Liguria, rientra fra gli ultimi 53 scoperti fra i soli residenti della zona dalle autorità sanitarie nei propri archivi. Ma si distingue e va preso in considerazione perché, senza la segnalazione dei parenti, non sarebbe stato mai scoperto. «Ma, per noi, questi aiuti sono fondamentali», ammette il sostituto procuratore che, nell’inchiesta è coadiuvato dai colleghi Sara Panelli e Gianfranco Colace.
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Amiantifera, altra vittima