CASELLE — La nuova Amministrazione comunale ha dichiarato guerra agli evasori fiscali, a chi chiede l’esenzione dal pagamento delle tariffe dei servizi a domanda individuale o della tassa rifiuti senza averne effettivamente diritto. Una scelta che il Comune mette in atto attraverso l’adesione al protocollo d’intesa tra Agenzia delle Entrate e Anci. «Il principio è l’equità sociale – spiega il vicesindaco, Giovanni Isabella – per garantire a tutti un pagamento pari alle effettive condizioni economiche. Vogliamo evitare che qualcuno chieda ad esempio l’esenzione dal pagamento della mensa dei propri figli e poi circoli con un’auto da milionario». Anche e soprattutto perché i cittadini non sono più tenuti a presentare l’Isee, strumento che permetteva al Comune di misurare la condizione economica effettiva delle famiglie.
«Oggi basta l’autocertificazione – prosegue l’assessore – e quindi ciascuno può dichiarare quello che vuole. In questi giorni abbiamo ricevuto ben 500 richieste di riduzione ed esenzione dalla Tia, la tariffa rifiuti, tra cui 180 di esenzione totale. Con l’autocertificazione non sappiamo quali siano le condizioni reali del richiedente. L’unica possibilità sta proprio in questo protocollo che ci consentirà di avviare un’azione di verifica approfondita sulle richieste». Controlli a campione e incrociati che partiranno dalla segnalazione del Comune, ma saranno effettuate da personale comunale formato direttamente dall’Agenzia delle Entrate. «La sfida è cambiare la cultura – prosegue Isabella – Non possono essere soltanto l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza a lottare contro questa piaga».
Punto focale dell’adesione al protocollo è proprio la formazione del personale. Quando scatta la segnalazione il cittadino non ha più a che fare con il dipendente comunale o il vigile urbano, ma con un team di esperti che utilizza l’apposito portale informatico Siatel con informazioni sulle dichiarazione dei redditi, registrazioni di atti, ristrutturazioni edilizie e utenze. L’incrocio dei dati con quelli già in possesso dal Comune, e la conoscenza del territorio, creerà i criteri per intercettare posizioni fiscalmente anomale. I numeri dell’operazione, avviata con il protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso 12 novembre, sono importanti: 3.216 le segnalazioni inviate dai Comuni all’Agenzia delle Entrate, 404 hanno condotto alla notifica di avvisi di accertamento, per un importo di maggiori imposte accertate di 3,6 milioni di euro, di cui – in caso di definitiva riscossione – il 30% spetterà ai Comuni.
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