Nel 67º anniversario della Liberazione, i sanmauriziesi hanno ricordato i propri caduti nella lotta partigiana, deponendo fiori sulle “Pietre della libertà”. Un lungo corteo ha accompagnato i vessilli della sezione locale dell’Anpi, degli Alpini, dei volontari della Protezione civile, delle forze dell’ordine, mentre veniva reso omaggio agli eroi della Resistenza.
In testa al corteo il sindaco Roberto Canova e tutti gli amministratori hanno condiviso con la cittadinanza i momenti di raccoglimento. In silenzio e con rispetto, ci si è avviati verso la chiesa vecchia del cimitero, dove tutti si sono raccolti in preghiera durante la messa celebrata dal parroco di San Maurizio, padre Fabrizio Macchi.
La commemorazione ha avuto seguito in piazza Martiri della Libertà, dove il sindaco ha invitato Erika, Simone e Arianna, i tre ragazzi che hanno partecipato al progetto “Treno della Memoria” dell’associazione Terra del Fuoco, a portare la loro testimonianza, dopo aver visitato i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Una domanda senza risposta ha introdotto il ricordo del viaggio compiuto: «Perché si è arrivati a toccare il punto più basso dell’umanità?». E andare in quelle terre che hanno visto la crudeltà dell’olocausto è diventato motivo di testimonianza di un passato che non può essere dimenticato.
«Viaggiare per non dimenticare – ha ricordato Erika, che ha proseguito con un’esortazione – Dobbiamo impegnarci a tener viva la voce di chi in questi posti ha perso la vita. Vite umane si trasformarono in “fantasmi vaganti”, sospesi tra la vita e la morte».
Con voce commossa Arianna ha aggiunto: «I fantasmi vaganti esistono ancora e sono rappresentati dai disagiati, disadattati, discriminati. Ricordiamoci di non dimenticare affinché la memoria e gli errori del passato ci guidino verso un futuro migliore. Non è scontato che simili atrocità non possano ripresentarsi».
Richiamando le testimonianze il sindaco ha sottolineato: «Dobbiamo essere orgogliosi di vivere in una nazione che fonda i suoi valori sui principi nati dalla Resistenza e che ha come base una Costituzione nata dalla sofferenza di chi ha lottato per la libertà». E con uno sguardo rivolto ai nostri tempi ha aggiunto: «La Costituzione è da difendere contro attacchi continui e striscianti. Le ultime manovre hanno effetti negativi prevalentemente sulle categorie più deboli. Chiediamo che i tagli vengano operati altrove».
Per continuare a tenere viva la memoria della lotta partigiana, in collaborazione con la locale sezione dell’Anpi “Giuseppe Ferrero”, giovedì 26 aprile si è tenuta, presso l’edificio scolastico di via Bò, alla presenza delle autorità cittadine, la cerimonia di apertura delle “Person dij partigian”, con recupero funzionale, in forma espositiva, degli scantinati, dove, nel periodo della lotta di liberazione dal nazifascismo, furono detenuti molti partigiani.
«Si tratta del primo tassello di un percorso della Resistenza in San Maurizio», ha spiegato Franco Brunetta, studioso e ricercatore storico, nonché figlio del compianto Giuseppe Brunetta, detto Lothar, a cui si deve l’idea di un museo diffuso della Resistenza.
Alla cerimonia erano presenti anche gli alunni della classi terze della scuola secondaria di primo grado, i quali hanno letto alcune testimonianze di partigiani che in quegli scantinati furono rinchiusi dai fascisti.
L’emozione davanti alle “Person dij partigian”