La giornata è storica. Mai un ministro del Welfare era andato tra i lavoratori a spiegare una riforma. Elsa Fornero lo ha fatto lunedì scorso accogliendo l’invito di Fiom e Uilm che, per averla nello stabilimento “Caselle Sud” di Alenia Aermacchi, hanno raccolto centinaia di firme. È andata tra i lavoratori a spiegare i punti spinosi di quella riforma tanto contestata e, nonostante il clima disteso, non ha affatto convinto i lavoratori e la Fiom che ripete la necessità dello sciopero generale. Il ministro, in venti minuti in fabbrica, ha sintetizzato i punti principali delle sue riorganizzazioni e poi per quasi due ore ha risposto alle decine e decine di domande dei lavoratori preoccupati per il loro futuro (cassa integrazione, esodati e tagli degli ammortizzatori sociali). Il Paese, il ministro Fornero, lo definisce «un malato grave» e la riforma del mercato del lavoro «necessaria». «Non è perfetta – ribadisce – ma è quella giusta. La riforma delle pensioni è una botta, ma non ce ne sono di alternative». Sull’articolo 18 conferma: «La soluzione che abbiamo dato è quella che riteniamo equilibrata» e in quanto agli esodati chiarisce: «Ho scritto una lettera ai sindacati per trovare una soluzione, insieme si può trovare». Mentre il confronto è in corso, davanti ai cancelli dell’Alenia si sparge la voce di applausi al ministro «per il coraggio che ha dimostrato – specificano alcuni lavoratori all’uscita – di entrare nella fossa dei leoni». Anche se Giorgio Airaudo, della Fiom, specifica che si sono trattati di «applausi di cortesia». Al contrario, su temi come quello degli esodati viene interrotta due volte, «ma nessuna contestazione», assicura chi era presente. In sala, oltre a mille dipendenti arrivati in pullman anche dal sito produttivo di corso Marche, ci sono i rappresentanti di Fiom e Uilm, Giorgio Airaudo, Federico Bellono e Maurizio Peverati, mentre fuori dai cancelli, in presidio, c’è Claudio Chiarle della Fim Cisl, Luca Pantanella dell’Ugl e lavoratori iscritti a Fismic e Cobas. Un presidio per protestare contro la riforma, ma anche contro la scelta del ministro di accettare l’invito delle Rsu Fiom e Uilm a venire in fabbrica. Una scelta vissuta dalle altre organizzazioni sindacali come un attentato all’unità sindacale, che a Torino è già stata messa a dura prova dalla vertenza per il contratto Fiat. «Il ministro – sbotta Chiarle – dovrebbe studiare i problemi reali e non limitarsi a quelli teorici, a cominciare dalla legge sugli esodati, che non è una buona legge. In Alenia ci sono 800 lavoratori che grazie alla sua riforma sono finiti in un limbo». In presidio, fuori dai cancelli di “Caselle Sud”, c’è anche una delegazione di dipendenti Agile – Ex Eutelia, per ricordare al ministro che a fine marzo è scaduta la cassa integrazione per un migliaio di persone. Sul volto hanno una maschera bianca per ricordare che non sono fantasmi, ma lavoratori con famiglia. Alla fine Airaudo resta critico, come pure Peverati della Uilm: «Sugli ammortizzatori, se scendono le coperture, significa che i lavoratori meno appetibili dopo 18 mesi non avranno né stipendio né possibilità di essere reintegrati né pensione».
Anche se nulla è stato risulto e le posizioni restano lontane, i lavoratori sono soddisfatti. «Che il ministro abbia accettato il nostro invito e senza reticenze sia venuta in mezzo a noi a rispondere alle nostre domande – commenta Flavio Bellono, dipendente Alenia da 30 anni – credo sia non solo un fatto positivo, ma addirittura storico. Le domande dei lavoratori sono state moltissime. Lei ha ha risposto spiegando e motivando le scelte del Governo. Credo che tutti i ministri dovrebbero scendere in mezzo alla gente». Toni accesi, certo, quando sono stati affrontati alcuni argomenti spinosi, qualche interruzione, ma nessuna contestazione. «Fa piacere che un ministro scenda in mezzo ai lavoratori – sottolinea Paolo Fontana, dipendente Alenia da oltre 25 anni – La Fornero ha dimostrato di essere capace e preparata». Non ci trova nulla di anomalo nell’arrivo in fabbrica del ministro, Giacomo Ferri, impiegato in Avio da oltre 20 anni: «Magari lo facessero anche gli altri. Magari scendessero al livello delle persone comuni! Credo che l’incontro di stamattina, che nonostante il numero di persone presenti è stato ordinato e civilissimo, dovrebbe essere ripetuto in tante fabbriche italiane». Luca Baracco, 23 anni, dipendente dell’azienda del gruppo Finmeccanica da appena 3: «Noi giovani in questo modo abbiamo potuto esprimere tutte le nostre perplessità – spiega – sul futuro che non possiamo non vedere sempre più cupo e senza prospettive. Il ministro su molti dei quesiti che sono stati posti, è stata decisa e convincente. È chiaro che questo Governo ha ereditato una situazione talmente disastrosa e complessa da non poter essere risolta in così breve tempo». Non condivide per nulla le posizioni del ministro, Rosella Perino, Rsu Fiom, che però dice: «La cosa bella è che il ministro sia sceso in mezzo a noi. Per il resto io non ero d’accordo prima e non lo sono ora, ma credo che per la Fornero sia stato utile anche vederli in faccia i lavoratori, sentire direttamente le loro domande, le loro preoccupazioni e le loro storie”.
Applausi per il gesto storico