CERES — Quando gli parli della Taurinense, i suoi occhi di un celeste chiaro si raddolciscono e lo sguardo pare andare indietro nel tempo. Si, perché Rinaldo Giacometti, ceresino classe 1919, una bella fetta di storia della Taurinense la porta sulla pelle. Il 15 marzo del 1940, a poco più di vent’anni e a poco meno di tre mesi dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, parte per il servizio militare. Il cappello con la penna nera lo aspetta a Pinerolo, prima tappa dei cinque sofferti anni in cui Rinaldo lo indosserà con orgoglio. Dopo l’istruzione formale, viene immediatamente distaccato sul fronte francese, in alta val Germanasca, con le mansioni di radiotelegrafista.
Una manciata di giorni di guerra, giusto per consentire a Mussolini di sedersi al tavolo delle trattative dalla parte dei vincitori, che vede impegnato il nostro nell’occupazione del suolo transalpino. Ma dall’altra parte dell’Adriatico, la Jugoslavia attende gli alpini per una prova assai più dura dei pochi giorni francesi. Un lungo viaggio in treno fino a Bari e di lì una motonave fino a Dubrovnik, conducono Rinaldo a incrociare le armi con i montenegrini. Dal luglio del ‘40 fino all’8 settembre del ‘43, combatte sul duro fronte slavo, ritornando a casa un paio di volte. L’armistizio lo coglie mentre è separato dai suoi compagni d’arme. «Ero andato a comprare un cinturino per l’orologio – racconta lucido Giacometti – e la ragazza del negozio del paesino vicino al nostro quartier generale, che conoscevo bene, mi avvertì della notizia e mi consigliò di scappare. Passai una lunga notte insonne, ripensando ai racconti che mio padre e un suo amico si scambiavano sulla prigionia di quest’ultimo durante la prima guerra mondiale. La fame, le umiliazioni. No, mi dissi, i tedeschi non mi prenderanno! Così accettai l’aiuto di questa ragazza, che mi diede indicazioni di raggiungere una famiglia che viveva fuori dal paese. Ma costoro avevano avuto una casa bruciata proprio dagli italiani e la moglie mi guardava in cagnesco. Il capofamiglia, invece, mi adottò immediatamente. Trascorsi i due anni successivi ad aiutarli nella conduzione della loro fattoria alternando periodi con i partigiani jugoslavi, che avevano stanza a Danilograd».
Al termine del conflitto, viene imbarcato per il rientro in Patria e dopo un altro lungo viaggio pieno di vicissitudini, rientrai a Ceres tre giorni prima del ferragosto del 1945. Nella sua casa ceresina, custodisce ancora tanti ricordi di quel periodo, dal pacchetto di medicazione, che per sua fortuna non ebbe mai ad utilizzare, alla piastrina di riconoscimento, al vecchio cappello con la penna nera e la nappina rossa, che con tanto valore ha indossato nei duri anni del conflitto. E tante fotografie, frutto della sua passione fotografica, che scattò in quegli anni.
Oggi che gli alpini non scendono più orgogliosamente dalle nostre montagne, ma arrivano dai quattro angoli della nostra Nazione, la storia di Rinaldo rimane comunque un esempio per tutti loro, eredi di una storia gloriosa, scritta col sangue ed il valore di tanti giovani italiani.
La Brigata alpina Taurinense riceverà la cittadinanza onoraria. Due i Comuni che ospiteranno l’evento: sabato 21 alle 21, nel padiglione comunale in località Trambiè di Cantoira il saluto delle autorità, cui farà seguito, alle 21.30 il concerto della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense. Domenica 22, alle 10,45 si terrà a Ceres il ricevimento delle autorità civili e militari, seguito alle 11 della messa, officiata dal parroco e dai cappellani degli alpini, nella chiesa parrocchiale. Dopo deposizione della corona d’alloro al monumento dei Caduti in piazza 4 Novembre. Alle 12,10 la cerimonia entrerà nel suo momento di maggior intensità, con il conferimento della Cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Taurinense, con medaglia d’oro, cui farà seguito il “Carosello” della Fanfara. Michele Vietti, vice presidente del consiglio superiore della Magistratura, terrà l’orazione ufficiale, mentre è attesa la presenza del ministro del lavoro Elsa Fornero. Verrà inoltre allestito un padiglione ristorante in piazza Grande Torino per il pranzo alpino
Domenica 22 verrà conferita la cittadinanza onoraria alla brigata Taurinense