LANZO — Se l’obiettivo era quello di far sentire all’assessore Monferino le ragioni del territorio, secondo il sindaco di Lanzo Tina Assalto, la serata di venerdì scorso potrebbe aver fatto centro. Al Consiglio aperto infatti c’erano tutti quelli che per il mantenimento dell’ex Mauriziano come ‘ospedale di territorio’ hanno speso in questi mesi impegno, parole, iniziative. Amministratori, rappresentanti del Comitato spontaneo a difesa dell’ospedale, sindaci delle Valli, medici e cittadini per i quali il nosocomio di regione Oviglia ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento importante. Ma c’erano anche quelli che possono far sì che venga cambiata la dicitura di ‘ospedale da riconvertire’ in ‘ospedale di territorio’. «Perché è questo che ci ha allarmati – ha evidenziato il sindaco al termine del consiglio di venerdì. Il fatto che nel piano sanitario in approvazione fosse indicata vicino all’ospedale di Lanzo la dicitura “ospedale da riconvertire”. Abbiamo saputo nel corso del dibattito grazie alla presenza in sala dell’ingegner Paolo Monferino, assessore alla Sanità della Regione, che non è stato ancora dettagliato un piano per quanto riguarda Lanzo. Si può ancora sperare. Abbiamo assunto come ordine del giorno un documento che è stato condiviso dal Comitato spontaneo, dalla nostra Amministrazione e dalla Comunità montana.
Nodo centrale dei vari interventi, la paura per la soppressione del reparto di medicina. «Se chiude la medicina l’ospedale è morto, a noi l’Rsa non serve a nulla», ha detto Diego Amodio consigliere di minoranza supportato nelle sue dichiarazioni anche dal sindaco Assalto: «A Ciriè il reparto di medicina è saturo, è facile immaginare che se si dovessero cancellare i nostri 50 posti letto, l’ospedale di Ciriè non sarà soltanto in apnea, di più». La necessità di fare sinergia è stata sottolineata anche dal sindaco di Ciriè Francesco Brizio e dalla presidente della Comunità montana Celestina Olivetti. «La mia presenza questa sera -ha ribadito Brizio – è vicinanza profonda e convinta ai problemi della sanità che sta vivendo l’ospedale lanzese. Crediamo infatti che i due presidi debbano operare in integrazione l’uno con l’altro e lo dico a nome dei colleghi di tuta la realtà del ciriacese». Ester Francesetti e Marino Poma, per il Comitato spontaneo a difesa dell’ospedale hanno consegnato al sindaco, insieme al documento, anche 100 firme di amministratori locali. Negli anni – spiega Francesetti – il nostro ospedale si è costruito eccellenze. È ora di fare chiarezza: mentre il dottor Secreto ci diceva che Lanzo e Ciriè andavano considerati insieme, Monferino dava notizia che doveva essere riconvertito. I nostri politici ci dicano da che parte stanno». (g.r.)
Ospedale: si alzano i toni