Dall’altare ai fornelli per rilanciare quello che, fino a poco tempo fa, era il ristorante dei vip, il “Reale di Venaria”, oggi è diventato “Il Reale onlus”. Ecco la nuova scommessa di don Ilario Rolle. «A pranzo si può mangiare con 10 euro, ogni tanto qualcuno ci resta male, forse si aspetta dei prezzi più alti», scherza don Rolle.
Il nuovo ristorante, sempre elegante e tranquillo, è stato riaperto dal religioso con un obiettivo preciso: aiutare le missioni. Infatti non realizza utili. «I guadagni vengono devoluti al Foyer Saint Camille, l’ospedale dei missionari camilliani, alla periferia di Port au Prince ad Haiti», spiega il prete mentre mostra uno dei pieghevoli, appoggiati su un mobile nella sala del ristorante, che racconta l’impegno dei missionari. Opuscoli di chiesa, le immagini di Gesù e della Madonna, al posto delle vecchie fotografie di Morandi, Battiato, Renato Zero, Fiorello, Panariello e dell’habituè Piero Fassino. «C’è molto bisogno di aiuto perché i camilliani gestiscono un ospedale infantile con un centinaio di posti letto e una casa per disabili – spiega – L’ospedale è stato uno dei pochi operativi a Port au Prince dopo il terremoto, nella prima fase dell’emergenza sono stati curati più di mille feriti, effettuati 300 interventi chirurgici, assistite migliaia di famiglie. Adesso servono soldi per acquistare delle apparecchiature, per costruire un nuovo blocco operatorio e un altro ospedale». Così, tra i fornelli, don Rolle, può continuare una passione che gli hanno trasmesso i genitori. Il padre Ottavio era il proprietario del ristorante “La Caccia”, la madre Albina Bracco de “Il Fagiano”, mentre il nonno, ad inizio ‘900 riforniva di vino le cinque caserme della città. «Il camioncino sul quale caricava le botti, serviva anche come palco per i comizi in zona del leader socialista di allora Giuseppe Saragat, che tempi», ride don Ilario.
Per il nuovo futuro del “Reale onlus”, l’investimento iniziale è stato di 230mila euro. «Per questo cerchiamo soci o benefattori – ammette don Rolle – la quota associativa è di 500 euro, la donazione è libera e deducibile dalle tasse». Per la sua nuova avventura il parroco di Venaria ha scelto ragazzi che conosceva. C’è chi viene pagato, molti sono volontari. Edy Nasufi, 21 anni, prima di fare il cuoco, era un camionista. Simone Di Prima, dalle cucine è passato alla sala: «Mi piace, perché è il lavoro che vorrei fare». Alessandro Baldi, 25 anni, appassionato di vini, arriva dall’alberghiero Colombatto e cura la sala. «Abbiamo raggiunto un buon livello, le materie prime che utilizziamo sono rigorosamente a chilometri zero,e le sorprese continueranno», avverte don Ilario mentre posa la cornetta del telefono dopo aver parlato con uno chef di grande livello. Chi è? «L’ho detto, ci saranno delle sorprese».
Dall’abito talare ai fornelli. L’avventura di don Ilario Rolle, ex parroco della Beata Gianna