BALME — L’acqua, uno dei componenti essenziali per garantire la bontà degli alimenti trasformati, è anche l’elemento principale per la riuscita di una buona birra.
A questo hanno pensato Alessio Brero, figlio dei proprietari della “Pian della Mussa”, società che dal 1975 imbottiglia l’acqua balmese, ed Eugenio Venera, responsabile commerciale della stessa, quando hanno deciso di mettere in piedi un’insolita produzione: «Nel mercato delle acque occorre essere innovativi e da tempo stavamo pensando ad un’iniziativa capace di accompagnare e rafforzare il nostro prodotto principale con altre bevande di prestigio.
Dall’efficace incontro con i titolari del birrificio Gilac di Valdellatorre, che già produce la birra biologica distribuita nei nostri supermercati Biobottega, è nata l’idea di realizzare un nuovo articolo che, dal connubio tra l’acqua limpida e pura di Balme ed un’originale ricetta studiata appositamente, desse vita alla “Birra Pian della Mussa”. Si tratta di una birra naturale cruda, non pastorizzata, prodotta artigianalmente con materie prime di qualità.
A differenza di quanto avviene per quelle industriali, la nostra birra è viva, rifermenta in bottiglia, con il vantaggio di avere un minore contenuto di anidride carbonica e risultando quindi più digeribile». Quella che è stata definita “la bionda di montagna” viene già veicolata nel settore biologico, in bottiglie da 33 cl o da mezzo litro, ma si stanno selezionando i distributori per offrire una capillare diffusione locale. «Del resto – dicono i promotori – è a tutti gli effetti un prodotto del territorio, del quale vuole rappresentare un valore aggiunto.
La linea estetica dell’etichetta riprende quella applicata sulle bottiglie dell’acqua minerale, disegnata dal compianto Dovilio Brero». La birra balmese ha una scadenza a dieci mesi e per il momento è concepita nella sola versione chiara, giungendo al consumatore finale dopo un processo di produzione che dura un mese e mezzo.
Alessio Brero, appassionato di birra, ha frequentato anche dei corsi in merito e si è fatto una cultura visitando i grandi stabilimenti che producono i marchi più conosciuti. Egli afferma: «La birra in Italia è nata a metà Ottocento proprio a Torino. Noi ci siamo affidati a Gilac che è annoverato tra i migliori birrifici artigianali a livello nazionale e, se il prodotto avrà successo, non escludiamo di escogitare assieme nuove produzioni. Nel nostro paese, specialmente al nord, il mercato della birra artigianale si è molto sviluppato e, per quanto ci si rivolga ad un settore di nicchia, esistono gli spazi per poter posizionare il nostro marchio».
La mente fertile di Brero e Venera non si ferma qui ed è già attiva sugli altri fronti di quello che chiamano il “mondo acqua”: «Stiamo analizzando la fattibilità di nuove iniziative che siano attinenti alla realtà della nostra sorgente, a partire dai succhi di frutta, le bibite, gli elisir, per giungere a quello che sarebbe davvero un progetto innovativo: la creazione di una particolare linea cosmetica. A base d’acqua, naturalmente!».
Pian della Mussa: arriva la “Bionda di montagna”