Il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore. I giudici hanno deciso di far uscire l’ex sindaco dalla cella del carcere delle Vallette, tenuto conto anche della sua età e delle condizioni di salute. Chi lo ha visto rientrare in casa lo ha descritto come un uomo profondamente provato, stanco, invecchiato.
I giudici del Riesame, investiti dalla Cassazione dell’impegno di una nuova motivazione sulle esigenze di custodia cautelare dell’imprenditore e uomo politico, scrivono: «Va detto chiaramente che nel corso di questi mesi il quadro indiziario a carico di Nevio Coral si è ulteriormente aggravato».
E per la prima volta, in un atto giudiziario del tribunale, danno conto di un ruolo dell’indagato per far votare da esponenti della ‘Ndrangheta la nuora Caterina Ferrero. Emerge che Coral era un uomo potente, molto potente. E non temeva nemmeno la spietata organizzazione criminale. Per capirlo basta scorrere quello che scrivono i magistrati: «Coral negoziava con le forze della ‘Ndrangheta da posizione di piena autonomia. La ricerca del vantaggio personale di Coral è da lui esercitata nella consapevolezza di occupare un ruolo che dalla capacità di intimidazione di tale forze non può essere colpito». I carabinieri nel loro rapporto, stilato durante le indagini, evidenziano che: «Sul piano pubblico egli è riuscito a far confluire i voti della ‘Ndrangheta in proprio favore, del figlio Ivano e della nuora Caterina Ferrero per le elezioni regionali».
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