DRUENTO — La Polizia municipale di Druento ha scoperto e denunciato un pirata della strada che aveva investito e ferito un commerciante. Poi era fuggito. Gli investigatori hanno applicato, più o meno, gli stessi metodi che sono stati impiegati dai colleghi torinesi per risalire e identificare i due balordi che, in corso Peschiera, avevano travolto e ucciso un bambino di Caselle.
A Druento era il pomeriggio del 4 febbraio, attorno alle 16,40, in via Torino, nel centro città. Una macchina travolge Adriano Aimar, un commerciante di 35 anni e lo scaraventa e terra. Invece di fermarsi l’automobilista fugge e fa perdere le tracce. Adriano Aimar resta sull’asfalto, ferito e immobile. Perde parecchio sangue. Qualcuno chiama i soccorsi.
Arrivano i medici e gli infermieri del 118. L’uomo verrà trasportato al pronto soccorso con lesioni multiple, un trauma cranico e la frattura dello zigomo sinistro. Lunedì scorso, dopo un mese di indagini, gli agenti della polizia municipale di Druento sono riusciti a risalire al pirata della strada che era scappato dopo l’investimento. Si tratta di Gandolfo P., un artigiano torinese di 32 anni. Ora dovrà rispondere di fuga e omissione di soccorso.
Quando i vigili urbani, comandati da Giorgio Padoin (foto in alto), l’hanno scoperto quasi non ci credeva. Ora la storia finirà sui banchi di un tribunale.
Le indagini partono il giorno stesso dell’incidente. La Renault Modus centra in pieno Aimar mentre sta attraversando via Torino, all’incrocio con via Manzoni. Sull’asfalto restano alcuni frammenti in plastica di un indicatore di direzione di colore arancione ed un pezzo di plastica nero. Gli agenti druentini recuperano i pezzi e li sottopongono all’esame di venditori di auto multimarca. Dopo alcuni giorni gli esperti ammettono che i frammenti potrebbero appartenere ad una Renault modello Modus prodotta dal 2004 al 2006. Gli inquirenti richiedono alla Renault Italia l’elenco delle Modus vendute tra il 2004 ed il 2006 a Torino e provincia. Il cerchio si stringe. Ma risalire al colpevole è tutt’altro che semplice.
Intanto, qualche giorno fa, i vigili urbani vedono sui monitor collegati alle videocamere una Modus di colore grigio che parcheggia in largo Oropa. La controllano subito. Notano che il vetro in plastica arancione dell’indicatore di direzione del gruppo ottico anteriore sinistro è stato sostituito da poco. Lo specchietto retrovisore laterale sinistro è sprovvisto della plastica laterale di sostegno. Tutto combacia con l’auto del pirata.
Mentre gli agenti sono intorno alla macchina arriva la proprietaria della Renault.
La donna è molto agitata. Gli investigatori le fanno qualche domanda. Lei crolla: «Si, mio marito, qualche giorno fa ha investito una persona a Druento». «Non posso che complimentarmi con il corpo di Polizia che ha svolto un lavoro di indagine esemplare – ammette il sindaco di Druento, Carlo Vietti – ancora una volta è stata dimostrata la validità delle telecamere».
«Certo, è senz’altro un apporto positivo della tecnologia, che attraverso il sussidio della videosorveglianza ha permesso, di individuare il veicolo segnalato, vista la distribuzione delle telecamere sul principale itinerario percorso dal traffico in ingresso ed uscita dal territorio – continua Giorgio Padoin, il comandante dei civich che hanno effettuato l’operazione – È un impianto che ha già dato buoni frutti in passato con l’identificazione di autori di reati contro il patrimonio ed anche in occasione di danneggiamenti relativi alla circolazione stradale».
A tal proposito si segnala che l’Amministrazione comunale, impegnata nella riqualificazione della centralissima via Torino, l’arteria che consente l’inresso in Druento, intende implementare l’impianto, inserendo almeno altre due telecamere di sorveglianza portando così il loro numero complessivo a tredici.
Preso il pirata della strada che investì un giovane