Un incontro pubblico per parlare dei tagli al trasporto pubblico che potrebbero ridurre drasticamente i servizi. Il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, ha voluto confrontarsi con gli Amministratori locali, per stilare, insieme a loro, una proposta alternativa a quella della Regione Piemonte. Perché si tratta proprio di una scelta regionale, quella di tagliare le risorse al trasporto pubblico del 15% (inizialmente si trattava del 23%): «Nonostante il governo Monti abbia ripristinato i contributi al trasporto pubblico e la vittoria della causa in Consiglio di Stato, che abbiamo intentato per vederci riconosciute le risorse che la Regione ci ha negato, l’Ente superiore ci chiede di razionalizzare i servizi. Non è accettabile, soprattutto in un periodo come questo, in cui l’utilizzo del trasporto pubblico cresce dell’8%, rappresentando un’alternativa meno costosa, rispetto l’automobile».
Insomma, se la Regione non rivedrà la decisione di tagliare le risorse al trasporto pubblico, la vita di pendolari e studenti potrebbe essere messa a dura prova: «Saremmo costretti a eliminare tutte le corse del sabato e della domenica, quelle a bassa frequenza, in cui i mezzi vengono usati scarsamente dagli utenti e che interessano i piccoli Comuni. Dovremo tagliare le linee di trasporto su gomma che coincidono, negli orari, con quelle della ferrovia – prosegue Saitta – Vi posso garantire, che anche così non arriveremmo al 15% dei costi».
Preoccupati, gli amministratori in sala descrivono la difficile situazione in cui versano le zone marginali del Canavese, abitate da poche persone, in cui, spesso, il trasporto pubblico è l’unico mezzo per spostarsi: «Se farete i tagli sulle corse a bassa frequenza, che per noi sono la quotidianità, visto il numero di abitanti, trasformerete queste zone in aree ancora più periferiche e con grossi disagi – dice Maurizio Giacoletto, sindaco di Levone – Per i miei concittadini, soprattutto anziani, il mezzo pubblico è l’unico modo che hanno per muoversi, prendere l’auto alle volte è un costo che non possono sostenere».
In ogni caso non tutti sembrano contrari all’eliminazione delle corse a bassa frequenza: «Escludo che si tocchino le fasce orarie del mattino, utili soprattutto agli studenti – ha detto il sindaco, Fabrizio Bertot – ma ci sono autobus o treni che vanno verso Cuorgnè o Pont completamente vuoti». Inoltre, con i tagli stimati, potrebbero perdere il proprio posto di lavoro più di 500 ferrotranvieri: «La mobilità è un bene sociale da difendere – dice Alfredo Ghella, segretario Cgil Canavese – non è pensabile che 51 Comuni possano fare a meno del trasporto pubblico, i tagli in questione impoveriscono il territorio e fanno perdere posti di lavoro».
Tuttavia razionalizzare implica un’ottimizzazione del servizio, non per forza dei tagli: «Razionalizzare il trasporto significa renderlo più efficiente, certo non tagliando delle corse, anche a bassa frequenza – dice Beppe Pezzetto, sindaco di Cuorgnè – Bisogna educare le persone a prendere l’autobus o il treno, fare della mobilità intelligente, magari creando un circuito che collega meglio Cuorgnè, Rivarolo e Castellamonte».
«Al termine dei cinque incontri in programma chiederemo alla Regione di darci del tempo, per studiare, con i tecnici, quali tagli effettuare, ma che non supereranno il 2% o il 3% dei costi. Non accetteremo che si tagli il trasporto pubblico, per coprire il disavanzo della sanità», ha concluso Saitta.
Tagli ai trasporti, Saitta rassicura i pendolari. Le proposte alternative della Provincia