Sono in prevalenza single le persone che nel 2011 hanno richiesto un aiuto economico al Comune per affrontare le esigenze legate alla casa. In tutto, una quarantina di domande, con frequenti ritorni, da parte di persone di tutte le fasce d’età e di ben pochi extracomunitari.
Il sostegno alla locazione passa attraverso canali differenziati: dai servizi sociali alla Caritas, dall’Atc alle cooperative, ma meno si può contare sul contributo regionale di quest’anno: il bando è partito in ritardo e i requisiti d’accesso sono più stringenti. Proprio a questo proposito, il gruppo regionale della Federazione della Sinistra ha pronta un’interrogazione alla giunta Cota, che «per destinare i pochi fondi disponibili ha modificato il target, tagliando fuori i lavoratori autonomi, i disoccupati dal 2009 (può fare domanda solo chi ha perso il lavoro nel 2010) e le persone a reddito zero».
Per quanto riguarda l’Atc, l’ultimo bando utile per il territorio di Ciriè è stato fatto nel 2009 e attualmente l’azienda ha in gestione 130 alloggi per un totale di oltre 300 residenti. La prossima collaborazione con il Comune e l’Enviroment Park è il progetto “Casa passiva”, che prevede un investimento di oltre 2 milioni e mezzo di euro per la costruzione, che partirà a breve, di 14 nuovi alloggi in via Gazzera. Saranno appartamenti attrezzati per il risparmio energetico e destinati a quegli anziani cui era stata assegnata una casa più grande e che, rimasti soli, potranno trasferirsi in spazi più contenuti lasciando il posto a famiglie più numerose.
Ci sono poi le cooperative, che trattano l’edilizia agevolata. La più attiva a Ciriè è la “Giuseppe di Vittorio”, che conta già 38 alloggi in via Zaffiri e 16 in via Baiune e che ora sta completando le procedure di assegnazione per 21 alloggi, appena costruiti in via De Gasperi con i fondi regionali del programma casa “10mila alloggi entro il 2012”. Assegnazioni che hanno fatto discutere: 45 metri quadrati utili assegnati a nuclei di 3 persone, canoni di 220 euro e quote di mutualità sono stati i punti che non sono piaciuti a molte famiglie vincitrici del bando, tra cui molte preoccupate da uno sfratto esecutivo in corso. La cooperativa, però, assicura: «Abbiamo rispettato le direttive regionali e le graduatorie comunali e, anzi, per andare incontro a tutti, abbiamo quasi dimezzato la nostra solita quota di mutualità».
Molti però hanno rinunciato alla casa e si sono rivolti al Comune: «Capisco la delusione – commenta Luca Capasso, da luglio alle prese con l’assessorato alla Casa – ma non devono confondere l’edilizia sociale, e quindi le case popolari, con quella agevolata. Per le fasce deboli cerchiamo di fare il possibile». Dove non arriva l’edilizia, arrivano gli assistenti sociali e la Caritas, enti che svolgono un lavoro coordinato sul territorio. Il Comune, solo nel 2011, ha erogato in loro favore circa 40mila euro.
Per l’emergenza abitativa le risorse sono insufficienti