Da otto anni Groscavallo aspetta la sua centrale idroelettrica. Un’opera da oltre 4 milioni di euro, che garantirebbe 250mila euro di introito l’anno nelle casse del Comune. Ma, adesso, il sindaco Giuseppe Giacomelli si è stufato per l’ennesimo intoppo che rallenterà ancora l’apertura del cantiere. Così il sindaco ha scritto una mail al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera: «Perché voglio che sappia quanto è faticoso creare un pizzico di sviluppo in una zona economicamente depressa. I politici e i burocrati a parole sono dei fenomeni, poi, concretamente è tutta un’altra storia».«Sono prigioniero della burocrazia – si arrabbia – costretto ad adattare lo studio della centrale a normative che si rincorrono nel tempo, è assurdo». A far infuriare il primo cittadino è stata l’ennesima richiesta, tecnicamente «open season», ovvero valutare quante opportunità di allacciamento potrebbe avere l’Enel in zona. «E così passeranno altri cinque mesi, sempre se non dovremo integrare con altri studi, rilievi idrogeologici e sismologici, simulazioni, compensazioni ambientali – allarga le braccia Giacomelli. L’ultima tappa burocratica per noi significa 13 copie intere del progetto e quindi circa 15 mila fogli di carta da stampare. Mi chiedo se, dopo otto anni, sia normale». Il progetto della centrale di Groscavallo è molto ambizioso e, legate alla sua realizzazione, ci sono altre due opere: un impianto idroelettrico di minor potenza e una centrale a biomasse. Ma la vera novità dell’operazione è che, alla costruzione, possono contribuire anche i privati cittadini al 49 per cento. «Si chiama “strumento finanziario partecipato” – spiega Giacomelli – in pratica è una via di mezzo tra un investimento azionario e una obbligazione che permetterà, a chi ha messo mano al portafoglio per tirare su la centrale, di dividere i ricavi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica». E di gente disposta a investire nell’avventura ce n’è. L’altro 51 per cento degli utili, calcolati in circa un milione e 100mila euro l’anno, andranno invece a chi costruirà e gestirà l’opera che prevede la captazione dell’acqua il località Pialpetta con la centrale e le turbine in frazione Bonzo. «Abbiamo la possibilità di creare qualche posto di lavoro e un buon ritorno economico per la zona – riflette Giacomelli – inoltre, i valligiani diventerebbero parte diretta dello sviluppo del territorio. Solo in questo modo la montagna può continuare a vivere e la gente restare nei piccoli paesi».
Centrale bloccata dalla burocrazia. Il sindaco scrive al ministro Passera