BUSANO — Braccia incrociate e presidio di quattro ore. Sono novantatré i lavoratori della Berco di Busano che rischiano il posto di lavoro e dal tavolo d’incontro di martedì 28 febbraio non sono emerse notizie rassicuranti: «Lo stabilimento potrebbe chiudere. Questa è la situazione che si prospetta – dice senza mezzi termini Fabrizio Bellino, sindacalista della Fiom Cgil – Da parte dell’azienda non abbiamo ravvisato la volontà a proseguire la produzione di Busano».
93 dipendenti, di cui 13 già in cassa integrazione a zero ore, rischiano di perdere definitivamente la propria occupazione a causa di un ridimensionamento deciso dai vertici Berco (l’unico stabilimento del gruppo Thyssen rimasto in Piemonte). «Abbiamo ribadito il nostro impegno a rispettare il piano industriale – prosegue Bellino – La sopravvivenza dello stabilimento canavesano dipendeva dal raggiungimento del limite produttivo di 180mila tonnellate di acciaio. In quel caso sarebbero stati garantiti un minimo di 41 posti di lavoro. Tale limite è stato ampiamente superato, in quanto l’anno scorso sono stati prodotte 196mila tonnellate. Le 10mila tonnellate prodotte in più dovevano quindi corrispondere a 100 posti di lavoro e garantire la salvezza di tutti». Il piano industriale di ristrutturazione riguarda infatti tutti le tre aziende Berco (Copparo a Ferrara, Castelfranco Veneto e Busano). Ben 700 gli esuberi totali. «La produzione di acciaio consente occupazione per tutti gli operai – sottolinea Bellino – e questo lo abbiamo ribadito con forza durante la trattativa di martedì».
Qualora l’azienda non accettasse le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali quale scenario si prospetterebbe per il futuro? «L’azienda potrebbe cedere lo stabilimento canavesano – spiega Fabrizio Bellino – questa alternativa estrema sarebbe l’unica possibilità di mantenere in piedi la sede locale e di garantire ai dipendenti il posto di lavoro». Pare però che per la Berco la produzione totale di 230mila tonnellate di acciaio sia raggiungibile negli altri due stabilimenti, escludendo Busano. «Proprio per questo motivo, abbiamo provato a tracciare un percorso con l’azienda per arrivare ad una soluzione. Il prossimo incontro è stato fissato per martedì 6 marzo. In quell’occasione i dirigenti incontreranno le organizzazioni sindacali a Copparo. Vedremo se si prospetterà un chiarimento sul futuro della fabbrica».
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Novantatrè posti di lavoro a rischio